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Intervista a LUCIA FUSCO conosciamoci meglio! (2)

INTERVISTA A LUCIA FUSCO

AUTRICE: LUCIA FUSCO

TITOLO: PAROLA MIA D’AMORE

OLTRE A SCRIVERE, COSA FAI NELLA VITA?

Sono un’insegnante di scuola primaria. Ho sempre amato il mondo dell’infanzia e della scuola. Oggi, per me è molto meno stimolante perché le ultime riforme hanno dato tecnologia e conoscenze ma hanno tolto leggerezza e gioia di vivere. L’intelligenza artificiale, secondo me, è un pericolo alla creatività e alla spontaneità dei bambini. Chissà se nei prossimi vent’anni la scuola non cambi
completamente, del tutto…

DA DOVE NASCE LA TUA ISPIRAZIONE?

L’ispirazione della scrittura nasce dalla necessità di raccontare, per prima a me stessa, le storie che mi stanno dentro, che a volte di notte entrano nei sogni e mi svegliano. Sono le storie che premono per essere raccontate. Vogliono nascere! La scrittura è un superpotere, a volte, mi sento un’eroina nascosta tra la folla!

COME NASCONO LE TUE STORIE?

Le storie che ho dentro sono come una sorgente. Mi siedo e scrivo a getto; vengono giù tante parole… poi, in un secondo momento, cerco la parola che manca o quella più bella. Qualcuno che mi ha visto scrivere mi ha detto che ho la “scrittura fantasma”, spiritica. In effetti, quando scrivo è come se scrivesse a me un’altra me stessa, è come raccogliere le voci che vengono da dentro per raccoglierle sul foglio o nel file.

COM’È NATO IL TUO LIBRO? HAI PRESO SPUNTO DA QUALCOSA?

“Parola mia d’amore” è nato dall’amore per me stessa. Volevo che questa storia fosse un invito alla positività. La vita ci regala ogni momento emozioni bellissime: un fiore, una lumachina a spasso, il sorriso di un bambino per la strada… ma anche tanti dispiaceri e rospi da mandare giù, a volte, indigeribili. Ecco, il mio romanzo vuol dire che la vita è meravigliosa, che dobbiamo prendere tutto il bello che c’è e accettare il male per fortificarci, per diventare migliori. E poi ho preso spunto dalla cronaca nera di questi anni. Tradimenti, delusioni, parole brutte, dispiaceri, violenze… il femminicidio non è solo uccisione. In questo libro volevo raccontare come si può risorgere e splendere, ogni giorno!

QUANTO CONTANO LE TUE RADICI IN QUELLO CHE SCRIVI?

Le mie radici sono la mia forza. Ho avuto un’infanzia piena di persone bellissime e interessanti. La famiglia è la cosa più bella che ho. Gli oggetti, i mobili che vengono dalle case dei miei nonni e, oggi, sono nella mia mi ricordano ogni giorno la loro presenza nella mia vita, mi parlano dalle foto, dalle piccole cose. Nei momenti più bui li ho sentiti vicini a me, fisicamente. Non è solo un fatto di fede ma di amore.

UNO SCRITTORE PUÒ IMPARARE LO STILE?

Secondo me, no. Ho seguito un corso di scrittura creativa, “Contaminazioni”, condotto da Claudio Volpe, quasi premio Strega a diciotto anni. È stato bellissimo e incoraggiante. I suoi stimoli mi hanno dato la voglia di scrivere, di tirare fuori la bizzarria, di osare, di cercare dentro di me le cose belle che si dimenticano, logorate dal quotidiano, ma lo stile no, è un talento, cosa innata e personale.

COSA VUOI COMUNICARE CON IL TUO LBRO?

Mia Martini canta: “… e tu piangi mille notti di perché…”. Cercando il bandolo della matassa, noi spesso ci perdiamo. “Parola mia d’amore” è un invito a vivere con più positività, con più leggerezza, a coltivare la pianta del perdono, a imparare ad accettare quel che succede senza incaponirsi a cercare e trovare un significato al male. Quel che accade non è una colpa, è la vita. Non possiamo cambiare le cose. Noi dobbiamo comunque essere lucenti, positivi, buoni. E vivere! Lucilla vive la sua vita con coraggio e accetta di essere felice nonostante tutto…

PERCHÈ I LETTORI DOVREBBERO LEGGERE IL TUO LIBRO?

“Parola mia d’amore”, edito da ATILE Edizioni, è un libro ben scritto. Racconta di un viaggio nell’amore: è’ un libro forte nei fatti, nelle parole e tenero nelle emozioni, come un torroncino. Ci sono tanti personaggi straordinari e le loro vite sono gustose da leggere. Diversi sono i luoghi italiani da dove provengono e le voci, gli odori di questi luoghi ci fanno entrare nelle pagine con forza. Il male vive anche nelle vite di persone insospettabili. Anche nel buio più buio Lucilla riesce a trovare la luce. Ci sono diversi punti che invitano all’ascolto di canzoni, per entrare nella storia… La copertina stessa ci mostra il bosco della vita con i suoi pericoli. Il lupo c’è, noi dobbiamo diventare più forti di lui. Inoltre con il mio precedente libro, “Come Acqua Amara”, ho vinto due premi letterari: nel 2020 il Premio della Giuria de “Città di Latina”, e nel 2023 il Premio “AP” Agro Pontino. Ne sono molto orgogliosa.

QUAL È LO SCRITTORE CHE TI ISPIRA DI PIÙ E PERCHÈ?

Sono una lettrice vorace, onnivora, da sempre, sin da piccolissima i libri sono preziosi. Ho imparato a leggere dai 45 giri: riconoscevo le parole dai titoli del disco e stupivo i grandi quando per la strada leggevo le insegne dei negozi. La Maraini, Elsa Morante, Moravia, Pasolini sono stati gli autori da me amati nella giovinezza. Oggi amo la magia dei Noir di Camilla Lackberg, l’inquietante Zafon, la poetica Charlotte Link, Susanna Tamaro, gli autori del nostro territorio pontino e lepino, tanti, emergenti, forti. Ma l’autore che amo fin nel midollo è Andrea Camilleri; il suo giocare tra la lingua italiana e il dialetto è musica! Le sue storie sono come un’orchestra dai toni a volte dissonanti ma pieni di sarcastica saggezza e insegnamenti di vita. Quando è mancato mi è sembrato di perdere una persona di famiglia…

OLTRE A SCRIVERE, TI DEDICHI AD ALTRE ARTI?

Ho scritto diverse poesie in italiano e in dialetto romano e di Sezze, ho ricevuto diversi premi e riconoscimenti. Inoltre, mi piace disegnare, colorare con le matite, autoritratti, ritratti, animali, fiori. I miei sono disegni un po’ naif, non hanno velleità artistiche ma mi danno gioia. E poi canto Casta Diva sotto la doccia…

QUALI SONO PER TE LE INFLUENZE RECIPROCHE FRA LETTERATURA E VITA?

Non riesco a immaginare la mia vita senza i libri. Fanno parte del mio vissuto, ho la casa piena di librerie, ne sono gelosa e mi spiace pensare che tanti libri vengono mandati al macero o buttati via. Mi è capitato di “salvare” diversi libri dai cassonetti…i libri salvano la mia vita, Anna Frank ha accompagnato i miei giorni bambini pieni di morbillo…

ESISTE UN LIBRO CHE HA AVUTO UNA GRANDE INFLUENZA NELLA TUA VITA?

Tanti libri sono nel mio cuore, ma quello che ho amato di più e mi ha cambiato come persona rendendo più forti le mie fragilità è “I Miserabili”. Cosetta e la sua mamma restano nel mio cuore, per sempre.

C’È UNO SCRITTORE CHE CONSIDERI IL TUO MENTORE?

Mio mentore è stato il prof. Luigi Zaccheo, direttore della rivista “Nuova Informazione”, dove tengo la rubrica Storie di Donne che hanno fatto la Storia. Lui mi sostiene, mi dà fiducia, amicizia, spazio. Mi dice sempre che sono “un cavallo vincente”. Inutile dire che gli voglio bene e lo stimo all’inverosimile.

CI RACCONTI IL TUO RAPPORTO CON LA SCRITTURA E COM’È CAMBIATO NEL TEMPO? COS’È RIMASTO, COS’HAI PERDUTO, COS’HAI GUADAGNATO? Da scolara mi impegnavo per avere un dieci perché il sabato avrei ricevuto Topolino e magari pure l’Almanacco.  Desideravo quel giornalino così tanto che mi impegnavo tantissimo. Ho conservato quei fumetti fino allo scorso anno quando li ho regalati per allestire un mercatino. Oggi i bambini leggono poco, gli adulti ancora meno. Gli effetti sulla società sono evidenti. Fanno male. Speriamo qualcosa cambi.