Naufragi d’umore

di Antonella pascarella

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Descrizione

a società di oggi ci spinge a controllare ogni nostro movimento, ci incita a correre ma senza sorpassare o ricercare strade alternative, tutto deve essere comunque ‘sotto controllo’ ma i nostri battiti cardiaci non possono seguire il rigore di quelle regole, perché controllarsi significa lasciare fuori la vera umanità e l’uomo è anche irrazionalità perché è fantasia, sogno, passione, follia. Non si può chiedere di parlare dell’amore, non si può parlare delle sensazioni. Non si può descrivere la bellezza del corpo di una donna. Non si può spiegare un desiderio. Non si può esprimere l’angoscia. Non si può raccontare la paura. Non si può decifrare la nevrosi o la rabbia. Vorrei raccontare di come ci si sente quando si è chiusi in quattro mura, e dell’arsura nel deserto che non provoca sete, di quando il vento per strada scuote l’anima e non il corpo, di quando si ama forte e non si ha consapevolezza, dell’amore che fa sbagliare, di occhi che schizzano colori che poi dipingo e di tutti quegli occhi senza colore che ho incontrato… Di quelli che ho inventato… Vorrei raccontare che non ci sono luoghi dove si sta bene e neanche dove si sta male. Vorrei saper raccontare l’odore dell’amore su un cuscino di casa mia. Tutto questo vorrei raccontare tra le righe di queste pagine. Immaginate di svegliarvi dove la vita, come un’opera d’arte, è poggiata in una immensa sala su di un piedistallo al museo. Lì non dovete correre da nessuna parte, guardatela… Cercate risposte ma lei reinvia domande… Voi ammiratela… Oltre l’indicibile. La sua bellezza trafigge e lì che inizierà la sua arte. Cercatela e amatela. Impariamo a pensare secondo l’arte. Voi… Tra i naufragi della vostra anima… Cercatevi… E poi amatevi.

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