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MENTANA GIOIELLO DA SCOPRIRE

…PASSEGGIANDO CON IL SINDACO

di Martina Paolantoni

Uscendo dalla città lungo la via Nomentana attraversiamo l’Aniene  e ci allontaniamo dal centro percorrendo altri sedici chilometri tra case prati e alberi, giungendo a Mentana, l’antica Nomentum, citata da Virgilio, Plinio il Vecchio adagiata sulle colline della Sabina. Accompagnati dal Primo Cittadino Marco Benedetti abbiamo fatto un viaggio a ritroso nel tempo quando in questo sito i Borghese costruirono una delle loro prestigiose residenze, affrescata da importanti pittori, sino a Garibaldi che vi passò prima della battaglia di Porta Pia.

Marco Benedetti, sindaco di questa ridente cittadina è un politico di giovane età ma di lunga esperienza. Ci accoglie nel Polo Culturale Mentana, insieme a Sara Paoli, Direttrice del Museo civico archeologico di Mentana e dell’Agro Nomentano (MuCaM) e la storica dell’arte Sara Petrino.

Attraverso i documenti conservati nel Palazzo e la loro voce scopriamo gli aneddoti e verità storiche che questi luoghi per secoli hanno serbato e che ora, grazie al lavoro del Sindaco della sua giunta sono a disposizione dei cittadini.

Iniziamo la nostra visita dalla Biblioteca Comunale Carlo Magno, dotata di molti volumi e validi supporti scientifici, dedicata a Carlo Magno, giunto a Mentana per arrivare a Roma ad incontrare Papa Leone III nel 800 d.c. passando sul ponte Tazio, oggi immerso nella frenetica movida cittadina un tempo confine tra Nomentum e lo Stato Pontificio.

Il sindaco Benedetti è riuscito a dare ai bambini e ai ragazzi che frequentano queste sale un’area di studio ma anche di relax e di incontro, per uscire dall’isolamento e promuovere la socializzazione. Mentre passiamo, molti ragazzi sono impegnati nelle ricerche di studio, e noi dobbiamo osservare il silenzio. Oltre a questo i ragazzi e i bambini possono contare su una peculiare aula scientifica “A proposito di Energia”, ricca di strumenti adatti ad avvicinare i giovani alla Scienza. Cita Marco Benedetti: “Qui spieghiamo realizziamo eventi in collaborazione con il CNR , ed in occasioni come la notte dei musei e la notte la scienza”.

Le attrezzature multimediali moderne non coprono il sapore medioevale che spira negli ambienti, edificati nel IX sec. Scendendo lo scalone in travertino, di cui possiamo apprezzare ancora la bellezza originale accediamo alla sala conferenza annessa alla Biblioteca; con le su volte a botte a crociera è un ambiente stimolante, votato alla cultura. Cita l’archeologa Sara Paoli: “Oltre alle conferenze che spesso ospitiamo, qui mostriamo i diversi reperti archeologici rinvenuti sul territorio comunale e provenienti dal sito dell’antica Nomentum, frutto di un lavoro corale tra i Musei di Mentata ed altri prestigiosi enti del Territorio” .

Lasciata la Biblioteca Carlo Magno, ci districhiamo per le vie del centro. Spicca per maestosità il Palazzo Borghese; con l’imponete facciata e con la scalinata l’edificio  domina la piazza dal sapore rinascimentale.

Come il vero custode della sua città il Sindaco apre le porte della residenza cinquecentesca, futura sede del Comune, e ci introduce nelle vicissitudini di Mentana. Nei secoli fu feudo di importanti famiglie, tra esse i Crescenzi che, avendo preso le parti dell’antipapa Benedetto X, ne causarono nel 1058 la distruzione dalle milizie del pontefice Niccolò II. Acquistata in seguito dall’abbazia di San Paolo, passò nel 1407 agli Orsini. E poi  a Marcantonio Borghese che ne divenne marchese.

Affacciati da un terrazzo cogliamo una visione più ampia; il campanile quadrato della Chiesa di San Nicola, i torrioni medioevali e campagna che dava il buon vino (la dolce anfora Sabina) tanto caro ad Orazio. Lo sguardo vola lontano ci sentiamo immersi in un’altra epoca. Siamo riportati alla realtà dalla voce del primo cittadino: “Quella Torre edificata probabilmente sulle vestigia di un più antico forte militare è luna delle testimonianze architettoniche più antiche del borgo. Erano due. Ricordo che da bambino vidi il crollo dalla mia casa.”  In questa città il Sindaco è cresciuto, ne conosce e ne apprezza ogni pietra, ci mostra i futuri progetti per ridare il giusto valore a questo gioiello.

Proseguiamo; vuole mostrarci le altre sale del Palazzo. Aperte le finestre ed illuminate le possenti mura si svelano ai nostri occhi preziosi affreschi, venuti alla luce dopo il sapiente restauro, voluto da Benedetti. Cita il Sindaco: “Un lavoro di restauro conservativo durato quattro anni, che ha investito tutte le ali del palazzo teso a conservare e valorizzare il patrimonio artistico e culturale al quale abbiamo acceduto anche grazie al recupero di fondi  dedicati, senza gravare sul bilancio della città”. Un privilegio e un’emozione essere tra i primi visitatori!

Sara Petrino ha studiato a lungo queste opere: “Gli affreschi sono da collocare entro il 1613 per via degli emblemi araldici affrescati, relativi alle famiglie Peretti – Cavazzi della Somaglia, in particolare al matrimonio tra il principe Michele Peretti e la principessa Margherita della Somaglia, che muore appunto nel 1613. Con il mio relatore, Massimo Moretti, siamo già arrivati all’attribuzione, per documentazione esistente ma soprattutto per confronti stilistici”.

Di queste vicende rimangono le tracce nei monumenti, nei bastioni, nelle mirabili decorazioni delle chiese di Mentana. Ma come spesso accade la Storia lascia un’impronta anche in ambito eno-gastronomico. Cita il Sindaco Benedetti: “Fra Medioevo e Rinascimento a Menata si alternarono le signorie e si consolidano i rapporti con il vicino Stato Pontificio, che stingeva la città tra i possedimenti di Roma e quelli nelle Marche. La presenza di nobili ed alti prelati anche di origine marchigiana spiegherebbe il perché, oltre ad alcune tracce architettoniche, nel nostro territorio sono presenti delle ricette tipiche delle Marche”.

Le inaspettate bellezze di Mentana non sono terminate qui. Visitando le altre ale del palazzo, giungiamo in un grande salone. Davanti ad un camino, dove forse anni fa lo stesso Garibaldi si fermò, uno splendido mosaico appartenente ad una villa romana.  “Il reperto è stato trovato durante i lavori di scavo per la rete elettrica in zona, spostato ed opportunamente  collocato in questo luogo e musealizzato. Nel tempo ha tutta una serie di distruzioni tra cui quel taglio dritto così che non è nient’altro il muro di cinta di una villa moderna sovrapposta al basamento originale”. Così il Sindaco che ha preso parte ai sopralluoghi ed alle riunioni con la sovraintendenza per ridare al mosaico il suo splendore originale.

Abitata sin dall’epoca romana, importante sede politica e strategica, terra di imperatori, animata dai moti risorgimentali e garibaldini, ricca di simboli e ricorrenze. Mentana racchiude tutto questo quasi fosse uno scrigno e di quelle epoche racconta i colori, i sapori e le bellezze. E allo spettatore non resta che andarle a scoprire!