di Martina Paolantoni
Visione poetica dell’artista è mostrare lo slancio di rinnovamento del messaggio figurativo e contemporaneamente rimanere ancorato alle radici e ai valori della tradizione classica.
Creare ponti tra l’onda artistica precedente e l’onda successiva, tendendo al superamento, attraverso armonia ed equilibrio, e velando l’oggetto pittorico per accentuarne i contenuti.
Le impressioni figurative e i messaggi di relazione con la tradizione scaturiscono perciò dalla mente di chi guarda l’opera, che tanto più esprime quanto più vasta è la conoscenza di chi la osserva.
Francesco Astiaso Garcia è nato a Roma nel 1983, quinto di sette figli, di una famiglia di origini spagnole con profonde convinzioni religiose, e inizia il suo cammino artistico rivelandosi capace di intendere la pittura e la fotografia come frutto della ricerca metafisica dell’uomo, con i travagli e le gioie che ogni vocazione artistica comporta. E le modificazioni e la crescita sono la testimonianza di una continua ricerca di nuove forme espressive, come ponti tra il classico e il presente espressivo, e nuovi temi d’indagine su sé stesso, la propria anima, la propria ispirazione.
Sebbene il discorso pittorico si componga sopra uno sfondo culturale cattolico, il messaggio evangelico espresso da Francesco Astiaso Garcia ha uno stile originale testimoniato dal percorso figurativo che tende verso l’astrazione, ma cerca il punto in cui la costruzione dell’immagine e il messaggio sono nel loro perfetto equilibrio.
Ed è spinto a riversare sulla tela le vibrazioni di un artista che ha conservato la sensibilità creativa, assecondando la definizione dell’opera pittorica di cui l’autore raccoglie le suggestioni che riesce a rappresentare.
L’autore riesce a produrre opere pittoriche e fotografiche che fissano sul supporto fisico il momento poetico che le origina, generate dall’artista nel momento dell’ispirazione, proiettandosi verso la vita, superando il frastuono e il dilagare delle immagini offerte da una società frenetica.
Convinti i genitori ad assecondare il precoce talento compie studi artistici all’Accademia delle belle arti di Roma, (laurea cum lode) e presso accademie Des Beaux Arts di Parigi.
Astiaso Garcia coltiva l’interesse per la pittura e le arti figurative dichiarando che: “Per tornare a dipingere come i bambini dobbiamo prima imparare a dipingere come Raffaello”.
Per arricchire la sua conoscenza artistica inizia viaggiare per il mondo come un viandante alla ricerca di se stesso. Affresca pitture murali a Varsavia, Shanghai, New York, etc.
Avvia importanti collaborazioni con artisti di fama internazionale: tra questi a Madrid, con il grande pittore e maestro di vita Kiko Argulello, collabora alla realizzazione di affreschi dell’Abside della cattedrale della città.
Dopo questo periodo itinerante si ristabilisce a Roma dove vive ed opera.
In questi anni la sua produzione artistica è incessante, e il suo curriculum artistico vanta numerosi eventi, tra esposizioni personali in Italia ed all’Estero.
Ha realizzato importanti commissioni per la Santa Sede, ed è assegnatario del Premio Internazionale “Giovanni Paolo I” ricevuto nel2015 per essersi distino nel campo dell’arte per la sua testimonianza cristiana.
Di recente, frequenta Marko Ivan Rupnik durante la realizzazione della sua opera presso la cappella del Seminario Maggiore in San Giovanni Laterano.
Si avverte anche una viva sensibilità psicologica che lo porta a distaccarsi dal figurativo e volgere la sua poetica verso un nuovo universo iconografico.
Suggestioni figurali, con un segno sottile, nebuloso, quasi impalpabile, creano una molteplicità di valenze sotto-intese al ritratto. Sono quasi sempre rappresentate con colori pastello, dal rosa all’azzurrino, con pennellate di giallo. Un’evocazione dello spazio attraverso le sue vibrazioni luminose; una tessitura cromatica ricchissima e trasparente.
Cita Astiaso Garcia: “Il bello dell’arte che non si sa dove si vuole andare: si comincia un dipinto a volte con una convinzione, ma la forza vitale ti porta a tutt’altra conclusione”.
Dopo aver maturato una profonda conoscenza delle diverse tecniche espressive tradizionali, dove trova spazio la serigrafia, sperimenta altre arti figurative: la fotografia, la scultura. L’Arte conduce alla libertà creativa con un discorso che riporta alla natura. In inverno raccoglie elementi naturali dalla spiaggia, li rielabora nel suo studio per rappresentare il mondo dentro e fuori di noi con forme e colori, materiali.
Le radici di uomo del sud Europa rimangono, per così dire, intatte e rivivono nel suo tratto caldo e pastoso. Soprattutto nei paesaggi, sempre più tesi all’astrattismo il movimento raggiunto attraverso l’esaltazione del colore, Astiaso Garcia sa dialogare con elementi di naturalistici e coloristici. Del lungo viaggiare per il Sud America riporta i colori pastello, per lo più in belle tinte azzurrine che ricordano anche lo skyline delle Maldive, in cui il cielo si tuffa nell’Oceano.
Occorre riconoscere che gli elementi naturali, come l’acqua, il fuoco e la terra, nella sua opera si fondono, si sovrappongono e si rincorrono. A volte ben delineati; a volte tangenti sempre più tesi all’infinito. Man mano, in contrasto con la velocità a cui siamo abituati, allude a un mondo pulito e lineare, la sintesi è il mistero e l’essenza della natura.
L’osservazione della realtà è per Astiaso Garcia una fame epistemica, un bisogno filologico di conoscenza; la rappresentazione della realtà sublimazione; e la mediazione pittura un atto creativo, liberatorio, che squarcia i veli che avvolgono la realtà per penetrarla a fondo.
Fotografo, scultore pittore e,suggeriamo, filosofo. Il suo impegno culturale non si esaurisce nei suoi dipinti. Di recente i suoi i dipinti hanno fatto da sfondo allo spettacolo teatrale di Giovanni Schifoi Gigi de Paolo all’auditorium della Conciliazione, in occasione degli Stati generali delle Natalità, ed ancora in convegni letterari e umanitari.
Dal 2019 è segretario nazionale dell’UCAI (Unione Cattolica Artisti Italiani) e Segretario della redazione della rivista “Arte e fede”, curando i rapporti con quanti nel mondo delle arti, si impegnano al servizio della promozione della persona e del patrimonio artistico. In questa veste ha raccolto l’appello del Santo Padre, che invita, attraverso l’Arte, a porre al centro la dignità umana.
Mentre il mondo ci sta paralizzando nel conformismo, Astiaso Garcia dimostra che facendo giungere negli animi le emozioni di tutti colori è capace di affermare che solo con la passione e la tenacia si costruisce la vita. Si prepara con una nuova stupefacente mostra a Roma: il sesto giorno. E si fa portatore di un messaggio universale di futuro e di speranza: l’Arte vince le paure, vola oltre le incertezze, avvicina le anime e porta colore e gioia nella vita di chi la serve e di chi la osserva.