di Francesca Ghiribelli
Fra le sconfinate perle di rugiada in un prato diventiamo le struggenti lacrime del cielo, poi ci abbandoniamo al rumore del mondo e per un secondo respiriamo del vento l’infinito girotondo.
Chi sono quelle sperdute anime nere che si confondono con la sera? Esse portano quei piccoli tesori fra le briciole dell’indifferenza di chi neanche di avere un sogno si accontenta.
Siamo il velo grigio di una nuvola, che si denuda nelle grida di un temporale, mentre tra i fili di quell’erba c’è chi lavora di fretta per raccogliere anche soltanto una goccia di quel pianto.
Quella piccola e timida figurina costruisce pian piano il presente intingendo il cuore di una speciale previdenza e di solido amore; la farfalla si nasconde fra i colori di un fiore, mentre il bruco si interpone tra le scaglie di una corteccia punteggiata di sole, poi un’ape si meraviglia di come la luce possa colpirla mimetizzando la sua variegata giunchiglia… invece lei, proprio lei, mai si giustifica e di lavoro è incoronata regina!
Noi potremmo essere come quell’esile tubino nero provvisto di antenne che si appresta a dar vita a una reggia, ma restiamo qui quasi meravigliati di quanto un nostro piccolo passo non significhi niente di fronte al suo grande atto.
Siamo assurdi lamenti che il vento dal mare porta lontano, mentre potremo diventare l’alto grido di una società portante, come quelle invisibili scolarette che corrono più di un aliante.
Dovremo far più attenzione a non calpestare l’immensa anima di quel piccolo grande villaggio pieno di volontà, perché noi non ne possediamo neanche la metà.
Esse brillano di velluto fra lo smeraldo di un’erba adagiata sulla terra rossa della loro casa: sembrano tante lucenti stelle posate tra lo stordire dei grilli e il veloce balzo di una rana che agile si allontana.
Noi, invece chi siamo? Siamo il lento ozio dell’afa di un giorno d’estate, mentre quel diligente esercito si fa onore fra la gente e medita un importante proposito per il giorno seguente.
Noi non sappiamo neanche che faremo e dove arriveremo, ma la cosa essenziale di questo sorpreso girotondo è che abbiamo tanto da imparare da una piccola formica nel mondo.
La nostra grandezza è la povertà di un’anima senza il sogno acceso di una stella, mentre quella minuscola lucciola di ardesia possiede un’immensa storia da raccontare.
Una formica ha tanto da regalare, laddove l’uomo non riesce a dare.
Francesca Ghiribelli