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Marta Russo, l’inclusione è donna!

Dal libro di successo per Atile Edizioni “Dentro una borsetta” di Francesca Grassi, in questo articolo prendiamo in esame il mese di febbraio. Già, il libro dedica ogni mese a un volto femminile diverso. La borsetta è il filo comune che lega tutte queste donne lungo il percorso della vita.

Il mese di febbraio quindi vede protagonista Marta Russo. Una studentessa universitaria con una laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche e iscritta alla Magistrale di Psicologia Clinica. È una YouTuber,influencer dell’accessibilità”. Una ragazza che ha come compagna di vita la sedia a rotelle, ama la cultura, sempre curiosa di scoprire il mondo. Usa i social network per raccontare dei suoi viaggi accessibili, ma anche per condividere i problemi che vive nella sua quotidianità. I suoi video-romanzi, in cui narra le sue esperienze personali aprono un cammino di sensibilizzazione davvero esaustivo sulla disabilità. Affronta questo tema con input positivo. Un altro passo importante è quello in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità (3 dicembre), in cui propone alle scuole italiane un progetto su inclusione e disabilità a livello nazionale. Nel progetto partecipano anche studenti e docenti. Il suo impegno su questi fronti la vedono curatrice di una rubrica su “La Repubblica”. Qui affronta gli argomenti di accessibilità, barriere e disabilità con libertà. Fra i suoi meriti anche la promozione di un emendamento alla Legge di Bilancio relativo a borse di studio per studenti con disabilità. Ha per questo compito una collaborazione attiva con il Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli. Ciò che ci insegna Marta Russo è l’osservare il mondo da un punto di vista diverso, quindi usare una prospettiva del tutto nuova.    

Francesca Grassi ammette di aver voluto la Russo nel suo libro sotto suggerimento della sua “sorella acquisita” che le ha parlato di lei. La Grassi ha subito voluto raccontare Marta, desiderando incontrarla personalmente. Una donna dolce, che si è prestata subito con gentile disponibilità. Un cuore pieno di educazione e rispetto. Ha accettato l’intervista di Francesca con entusiasmo, la Grassi è sicura che il suo messaggio morale arriverà dritto alle persone. Marta è rimasta incuriosita dal lavoro scritturale di Francesca e così è stata onorata di essere scelta. Marta è una persona vitale, una sorgente pura senza fine. Un’anima limpida, i cui occhi svelano un’immensa tenerezza. Un’eroina al cento per cento per la sua tenacia di ferro. Quasi una super eroina che smette di vestire i panni della ragazza comune e si impegna a salvare il mondo.

Marta Russo ha ventitré anni, si sente una ragazza comune, ma che convive con la disabilità per un problema perinatale. Tutti i medici non avrebbero scommesso su di lei, pensavano tutti che non potesse arrivare ai due anni di età. Tutti l’avevano dato una pessima sentenza: quella di finire come un vegetale a causa di lesioni multiple a entrambi gli emisferi cerebrali. I suoi genitori, senza mai arrendersi, hanno trovato strategie per poter far restare attive le poche cellule rimaste tali del cervello. Così Marta Russo è riuscita a sopravvivere e a diplomarsi al liceo con il massimo dei voti. Poi si è laureata alla triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche e si è iscritta alla Magistrale in Psicologia Clinica. Un’attiva partecipante dei social per dare voce a chi non ce l’ha in ambito di inclusione e abbattimento barriere architettoniche e culturali. La società di oggi è super tecnologica e in continua trasformazione. Le persone disabili sono soprattutto persone. Tutti dovrebbero ricordarsi questo e metterlo davanti a tutto. La Russo ha anche aperto un canale YouTube “I Pensieri di Marta”, dove con video narra storie, appunto, di ordinaria esclusione. Racconta anche le buone pratiche che scova durante i suoi numerosi viaggi. Propone luoghi e strutture accessibili agli studenti delle scuole italiane, perché bisogna proprio puntare sui giovani, se davvero si vuole cambiare qualcosa in tema di inclusione e disabilità. Un altro argomento che affronta è quello della conoscenza di se stessi. Un puzzle con tanti tasselli che assomigliano alle tante sfumature della vita. Nessuno alla fine è in grado di conoscere perfettamente se stesso, perché sul cammino di ognuno ci sono diversi e inaspettati ostacoli da superare o affrontare. Ognuno ha un modo differente di reagire a ogni problema o situazione complicata. Un modo personale che è davvero unico e irripetibile come reazione.

Sulla domanda relativa alla figura femminile, la Russo afferma che essa ha subìto molte trasformazioni assumendo un significato singolare, a seconda della cultura del Paese in questione. In verità, Marta pensa che la donna, nonostante sembri essere valutata positivamente, alla fine non è mai considerata con il rispetto che merita. Prima è una persona e poi una donna. Lei si sente già svantaggiata in partenza a causa della sua disabilità. Marta crede che uomo e donna abbiano pari dignità. La donna non è un essere inferiore, oppure non rappresenta il sesso debole. Il rispetto deve essere d’obbligo indipendentemente da tutto il resto: sesso, pensiero, modo di essere, vestire o stile di vita. Ogni persona deve essere libera di esprimere quello che ha dentro senza il timore di essere giudicata dalla società. Ogni uomo e ogni donna sono portatori di valori, tutti da scoprire e apprezzare. Delle giovani generazioni dice che purtroppo si fanno trasportare dalle tendenze del momento, su ogni fronte, anche riguardo alla moda. Persino nel vestire bisogna essere se stessi. La femminilità non è la moda in voga o che fa tendenza, tutto ciò svaluta solo la donna. Quest’ultima non deve perdere il suo carattere, la sua intelligenza e le sue caratteristiche, quelle che la rendono unica.

Quando durante l’intervista la Grassi le chiede cosa pensa dell’accessorio borsa, la Russo risponde che in essa c’è un po’ di ogni donna. Una donna ci mette dentro tutte le cose, gli oggetti che ritiene più importanti. Lei si sente in difetto, perché a causa della carrozzina deve portare una borsa piccola e a tracolla, quindi non può sbizzarrirsi. Il suo sogno è poter indossare una borsa grande, che possa contenere anche sciocchezze. Un modo per sentirsi più donna. Ricorda con piacere solo il momento in cui va al mare accompagnata da qualcuno che spinge la sua carrozzina. Soltanto così può portare una borsa più grande.

Ci mette dentro un telo da mare, pochette con solari, pinze per capelli e tutta la voglia di sentirsi libera. Una voglia infinita da contenere. Insomma, le dimensioni della borsa e del suo significato sono relative a situazioni personali vissute da ogni donna. A un certo punto dell’intervista Marta racconta la sua storia. Sua madre rimane incinta di due gemelle, una gravidanza problematica che per i medici non sarebbe andata a buon fine. Due gemelle in due sacche diverse ma in un’unica placenta e con un altro cordone che teneva unite le due sacche. Quest’ultimo serviva a scambiare le sostanze tra il suo feto e quello di sua sorella. In fondo, Marta deve la sua problematica al fatto di aver protetto la sorella, che era più debole. Infatti, i livelli nutritivi di Marta sono sempre stati molto bassi, necessitando così di una serie di trasfusioni intrauterine attraverso il cordone ombelicale.

Fra una terapia e l’altra, Marta e sua sorella sono nate a ventisei settimane. Ma la sorellina non ce l’ha fatta. Marta è rimasta in terapia intensiva per tre mesi, essendo nata di appena 900 grammi. Uno scricciolo però con tanta voglia di vivere. Insomma, alla fine i suoi genitori, a detta dei medici, avrebbero portato a casa un vegetale mancante della sostanza bianca cerebrale. Un vegetale con appena due anni di vita di fronte a sé. Ma la forza di lottare della madre e del padre hanno sconfessato una diagnosi così funesta e grave. Marta Russo è una ragazza forte con tanta voglia di cambiare il punto di vista sulla disabilità. Soprattutto con immensa voglia di vivere e di diventare una brava criminologa.

Alla Grassi risponde di non sentirsi una donna speciale, ma normale. A volte, si usa l’aggettivo speciale per indicare in termini più soft una persona diversa. Marta, per molti, si sente una persona diversa dalle altre, appunto, perché è considerata tale e questo lo trova davvero mortificante. Soprattutto quando in tante situazioni in cui si trova non rispondono direttamente a lei, ma al suo accompagnatore di turno. Un modo per farla sentire invisibile, quasi inesistente. Ecco perché detesta anche sentirsi additare come persona speciale, meglio non esserlo.  

Alle ragazze di oggi suggerisce di dare valore alle cose, un valore giusto, imparando dagli errori compiuti. Importante è porsi obiettivi da raggiungere. Guardare avanti e con speranza verso il futuro. Non aver paura del buio poi prima di tutto rispettarsi a vicenda, migliorando così le relazioni sociali.  

Alla domanda di Francesca Grassi, Marta ribatte di sentirsi una borsa di colore verde smeraldo a forma di cerchio. Il colore della speranza, appunto. Quest’ultima non deve mai mancare nella vita di una persona. La speranza è l’input che ti spinge a non fermarti. Il cerchio è un simbolo che ti permette di chiudere un ciclo, magari pieno di insidie, ma che alla fine ha la sua conclusione. La dimensione deve essere media, abbastanza capiente da metterci tutto dentro. E lei ci metterebbe un pettine per essere sempre in ordine, uno specchio per vedere se sorride alla vita, una penna e un taccuino per annotare sempre le emozioni. Un cellulare di ultima generazione per riprendere con video o foto tutto quello che la circonda. Un mazzo di chiavi, infine, ancora immaginario, ma che un giorno servirà a tornare nella sua casa, realizzando il sogno di fare una famiglia tutta sua. La Grassi le chiede se le piacerebbe poter rinascere uomo. Lei risponde che nel caso di ciclo mestruale e doloroso, sì, lo ha pensato, ma per il resto, no. Non rinascerebbe mai uomo, perché altrimenti non sarebbe mai sopravvissuta, come dissero a sua madre quando lei nacque. Le donne non sono sesso debole, ma molto più forti di qualsiasi uomo per vivere, ricominciare, capacità di amare e di sacrificio o rinuncia.

Svela che il mese che le si avvicina di più è aprile, mese in cui è nata, visto che è venuta alla luce in anticipo, anche se sarebbe dovuta nascere a luglio. Aprile è il mese del risveglio dal letargo e la primavera fa capolino. Un mese adatto a lei, che vede sbocciare anche Marta. Ma la Grassi la lega a febbraio, perché Marta rappresenta per lei la brevità, la concretezza e l’immediatezza di questo mese. Febbraio può suggerire o far ricordare il compimento efficace di qualcosa. Ogni volta che confrontiamo noi stessi con gli altri parlando di noi, possiamo avere un’occasione in più per riflettere con gli altri e con noi stessi. Queste sono le parole conclusive di Marta per l’intervista. Scambiare le reciproche esperienze fra lei, docenti e ragazzi le ha arricchito la mente prospettando nuovi orizzonti. Un arricchimento reciproco. Considera il libro di Francesca un modo per poter conoscere altre storie di compagne di viaggio facenti parte del testo e, in fondo, della vita stessa.

Francesca Ghiribelli