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Eleuteria, la donna libera

Libro: Dentro una borsetta di Francesca Grassi

Eleuteria, la donna libera

Dal libro di successo per Atile Edizioni “Dentro una borsetta” di Francesca Grassi, in questo articolo prendiamo in esame il mese di gennaio. Già, il libro dedica ogni mese a un volto femminile diverso. La borsetta è il filo comune che lega tutte queste donne lungo il percorso della vita.

Il mese di gennaio quindi vede protagonista Eleuteria. Il nome della protagonista è un nome di fantasia, scelto per tutelare la sua privacy e la sua incolumità. Francesca Grassi dice di incontrarla in un grigio mattino. Una donna, la cui presenza fisica e lo sguardo fiero, rimangono davvero impressi alla Grassi, anzi le rimarranno nel cuore tutta la vita. Il luogo di incontro è la sua casa, l’ICAM (Istituto a Custodia Attenuata per Madri) di Lauro, dove è stata accolta dal comandante F. G. Eleuteria ha sempre rifiutato i colloqui con psicologi ed esperti del settore, quindi è ancora più difficile per Francesca poterla incontrare. Una donna da sempre molto riservata e arrabbiata con la vita. La prima occhiata di Eleuteria sembra quella di una donna che pensa che la Grassi sia lì per ergersi a sommo giudice. Che sia lì per romanzare il racconto della sua vita. Ma dopo i primi sguardi tutto sembra migliorare. In poco più di due ore d’intervista Eleuteria diventa la classica ragazza della porta accanto. Colei che si racconta aprendo cuore e anima, rivelando anche verità nascoste. Il racconto di Eleuteria dimostra che nessuno può giudicare senza essere giudicato. Inoltre, il suo rivelarsi scopre un’altra verità: quella che molti sbagli si commettono nel corso della vita perché sono riflesso di paure e timori partoriti da rapporti familiari o affettivi destinati a durare nel tempo. Nel libro della Grassi, di Eleuteria, per privacy, non si trova alcuna foto. La donna però dal vivo ha una grande luce negli occhi. Una donna dai tratti del viso stanchi, dai segni espressivi che denudano un pentimento sincero. Una donna di una bellezza quasi unica e molto delicata. Una donna che crede al vero amore, nonostante tutto. Quell’amore di altri tempi che ricorda l’intensità di sospiri e sguardi. Alla domanda se conosce se stessa, Eleuteria afferma di essere un tipo chiuso e timido, si trova all’ICAM da cinque anni. Adora la musica, ballare e la campagna. Dedicarsi all’orticoltura la rilassa. Ha un figlio di cinque anni e altri quattro figli che vivono con il padre, suo marito, nella terra natia di Eleuteria. Non vuole rivelare neanche da dove viene, anche perché arriva da una realtà complicata, i genitori erano due mafiosi. Eleuteria è sempre stata condannata a diventare come loro. Oggi però si definisce una donna finalmente libera. Sì, dentro alla casa dell’ICAM si sente libera. La vera prigione era la sua vecchia vita, che vorrebbe tanto gettare nel mare. Una vita con cui è ancora molto arrabbiata. Sul ruolo della donna risponde che ancora c’è tanto da lavorarci sopra. La donna è tante cose: mamma, moglie e tutto. Noi donne, afferma, siamo schiave dell’uomo, ma a un certo punto dobbiamo ribellarci per sentirsi donne. Eleuteria è riuscita a non far entrare più uomini nella sua vita, suo marito l’ha tradita, ma lei è uscita a testa alta dal periodo nero. Gli unici maschi della sua vita sono rimasti i suoi figli. Il marito sarà sempre un estraneo.

Alla domanda dell’intervista sulla moda, Eleuteria risponde che le piace e predilige lo stile un po’ rock e metallico. Ama il trucco e gli accessori per capelli. Trova però che la gente giudichi un po’ troppo le persone dal loro modo di vestire. La moda comporta quindi un giudizio e di tale giudizio Eleuteria ha paura. La donna ha giurato a se stessa che non parlerà mai della sua detenzione ai figli.

Eleuteria è una persona che vive giorno per giorno, ma che scappa dalla sua vita, nonostante la libertà conquistata oggi. Prima della sua morte ha deciso di vedere il padre mafioso per un’ultima volta in modo da trasmettergli tutto il suo disprezzo. Si definisce Donna di pace, ed esserlo vuol dire avere una vita già organizzata da qualcun altro, ovvero, il padre. Inoltre, una donna che non può scegliere neanche chi amare, perché il padre ha scelto per lei. Lei amava un altro uomo. A quattordici anni è stata battezzata con due tagli e a diciotto con un taglio al sopracciglio e sulla fronte. Era capo di venti ragazzi e fin da bambina ha provato i primi tiri da cecchino. Racconta anche quando un giorno il padre la sottopose a una prova davvero grande, la mandò a uccidere un uomo. Si ritrovò così in un esercito di una legione straniera ed estranea. Si sentiva un generale, ma il suo valore era quello di poco più di un soldato semplice. A ventitré anni aveva già tre figli, a trentotto aspettava un figlio, ma vittima di un agguato ha rischiato l’aborto. Suo padre nel rischiare di perdere il nipote non mostrò dispiacere o preoccupazione e questo ha reso Eleuteria la più acerrima nemica del genitore.

Quando la Grassi le chiede quale tipo di borsa ami portare, lei risponde che prima amava le borse grandi: ci metteva tutto dentro, dagli accessori utili fino a vestiti di ricambio. Ora preferisce solo pochette con il minimo indispensabile all’interno. Vuole sentirsi donna, visto che in precedenza si è sempre sentita più uomo a causa dei compiti avuti. Eleuteria, inoltre, afferma di sentirsi una donna speciale. Dentro l’ICAM fa un po’ da psicologa a tutte le donne detenute. Questa è la sua casa, perché ha sempre voluto scappare dalla sua vita. Si definisce una nonna speciale e molto giovane, ma che si è persa molti momenti importanti della vita di nipoti e figli. Si dichiara una mamma possessiva e gelosa. Eleuteria dà anche un consiglio alle donne e alle giovani ragazze. I cellulari li considera la loro rovina e i social network l’impossibilità delle donne di amare se stesse.  

Eleuteria alla domanda di Francesca che le chiede quale borsa si sente di rappresentare, lei risponde a una borsa squadrata, rigida e nera con borchie e teschi (chiaro riferimento agli scheletri dell’armadio). Ci metterebbe dentro la felicità sua e dei suoi figli, poi le sigarette e in fondo a un taschino tutti i pensieri negativi per lasciarli morire per sempre. E risponde no, non vuole rinascere uomo, lo ha fatto fino all’età di trentasei anni. Vorrebbe solo stare al loro posto per un po’, ma soltanto per sapere cosa si prova. Alla domanda sul suo mese preferito dell’anno o se ha un numero fortunato, Eleuteria e Francesca si abbracciano piangendo. Alla Grassi commuove il fatto che una donna come Eleuteria, dopo così tanta sofferenza, creda ancora nell’amore. La Grassi la definisce una catarsi spirituale.

Eleuteria risponde che il suo mese del cuore è febbraio, quello dei bei ricordi, dell’amore. Il mese del suo unico e vero amore. L’uomo che la ama e l’aspetta ancora. La forza che le permette di sopravvivere. Quello stesso uomo che non ha avuto altre donne all’infuori di lei. L’uomo che la conosce più di qualsiasi altra persona. Ricorda con un sorriso anche la canzone “Si tu me pienze” di Franco Staco: la canzone del loro amore. Lo definisce come un amore senza fine, quello tra loro. Suo marito lo vede come un fratello e non con il trasporto e la passione provati per il suo primo unico amore. Per Eleuteria oggi i colori del mondo sono scuri, ma sa che arriverà l’arcobaleno, presto o tardi. Quell’arcobaleno che le porterà il sorriso che accende la vita. Il pensiero che le dà forza è il suo grande sentimento per il suo primo amore e i suoi figli. La sua forza è il pensiero di uscire dall’ICAM alla fine e poter riprendere in mano le redini della sua vita. Prima o poi arriva il tempo della rivincita e quindi della luce. Eleuteria, infine, non ha numeri fortunati, ma ne ha uno sfortunato, il 18. Il suo motto di vita è essere viva e libera. Francesca Grassi dedica a Eleuteria il mese di gennaio, perché è stata la prima donna intervistata. La Grassi la definisce un po’ come un Dio Giano contemporaneo. Una personalità con due volti: uno verso il passato e uno diretto verso il futuro pervaso di speranza.

Francesca Ghiribelli