Articolo a cura di Francesca Ghiribelli tratto da libro “Dentro una borsetta” di Francesca Grassi
Dal libro di successo per Atile Edizioni “Dentro una borsetta” di Francesca Grassi, in questo articolo prendiamo in esame il mese di novembre. Già, il libro dedica ogni mese a un volto femminile diverso. La borsetta è il filo comune che lega tutte queste donne lungo il percorso della vita.
Il mese di novembre quindi vede protagonista Gelsomina Fiorenza. Una donna che si definisce libera, originale e unica nel suo genere. Una donna forte che non teme il giudizio degli altri. Una figura femminile decisa e lodevole, perché ha il coraggio di essere se stessa, sempre e comunque. All’apparenza può sembrare fredda e distante, ma si dichiara semplicemente una donna complessa. Sottolinea che può apprezzarla solo chi va oltre le apparenze. Anche a lei il Covid, come alla maggior parte delle persone, ha insegnato ad apprezzare le piccole cose del quotidiano. Piccole cose che prima potevano essere scontate e che adesso invece sono preziose e che profumano di gioia e libertà. Bisogna sempre tirare fuori il positivo anche dalle situazioni negative. Gelsomina, per di più, è una donna super attiva, e sogna di poter vivere in una società dove le donne hanno gli stessi diritti degli uomini. Da tempo ormai è fondatrice di un’associazione antiviolenza no profit, “Lo Scrigno di Pandora”. Quindi immagina la sua associazione come il vaso leggendario contenente la speranza che aiuta le vittime di violenza a riprendersi in mano la propria vita. Un modo per vedere tutelate le donne vittime di violenza anche in un’aula di tribunale. Gelsomina combatte anche per l’emanazione di leggi che possano garantire una maggiore tutela a coloro che subiscono la violazione dei propri diritti. Il tribunale per lei è un luogo da sempre sognato, fin da bambina. Un posto dedicato al mondo della giustizia. Gelsomina ha sempre fantasticato sulle emozioni che avrebbe provato indossando la toga. E così è stato, ha avverato il suo sogno, serbato fin dall’infanzia.
Francesca Grassi incontra Gelsomina Fiorenza in un caffè della zona. Ha la sensazione di incontrare un’amica, sente subito qualcosa di familiare. Un’empatia miracolosa che si percepisce di rado fra le persone sconosciute. Gelsomina dà subito l’impressione di capirla al volo e di trasmettere una particolare energia nei confronti della vita. La Grassi viene colpita da Gelsomina perché incarna l’immagine della donna-angelo contemporanea. Una femmina combattente nella vita e nella sua professione. Gelsomina considera che conoscere se stessi sia difficile, ma è importante saper acquisire la consapevolezza di sé. Ci consente di vivere la vita con più soddisfazione. Si definisce come una donna che non si nega alla riflessione e alla contemplazione di se stessa. Cercare e trovare il modo di volersi bene è fondamentale. Riaffrontando il tema della lotta per i diritti delle donne, Gelsomina constata che molti importanti passi, per certi versi, sono stati fatti, mentre per altri aspetti c’è ancora una lunga strada da percorrere. Le donne sono ancora vittime di ricatti sessuali per ottenere lavoro o per mantenerselo. Inoltre, i salari delle donne sono sempre più bassi degli uomini, su questo lato ancora nulla è cambiato. Le donne sono ancora costrette a dare le dimissioni per effetto vittime di mobbing post-partum. Ed esistono ancora domande discriminatorie durante i colloqui di lavoro chiedendo se sono sposate, se desiderano figli. Se l’uomo consegue un traguardo professionale allora viene elogiato, se invece succede alla donna le si chiede quale compromesso ha accettato per essere arrivata fin lì, magari di natura sessuale. Molti uomini, secondo Gelsomina, hanno la consapevolezza della forza della donna, ma ne hanno paura. E da qui nasce anche l’invidia e così si passa alla violenza da parte dell’uomo verso la donna. Le donne dovrebbero essere tutte consapevoli del loro potenziale, ma invece non tutte lo sono. Solo unite potrebbero raggiungere un giorno la parità di genere. Inoltre, quelle che fanno più paura sono coloro che sono influenzate da una cultura patriarcale. Quando la Grassi sposta le domande della sua intervista sulla moda, Gelsomina risponde con una premessa: l’abito rivela l’identità personale e sociale di una donna. Poi cadendo sull’argomento borsa, fulcro del libro di Francesca Grassi, lei dice di prediligere borse grandi e capienti. Insomma, una borsa che ricorda quella di Mary Poppins. Per serate eleganti sceglie invece una borsa più piccola, dove tenere lo stretto indispensabile. Gelsomina poi torna sul mondo giuridico, quello del suo lavoro. Per lei il tribunale ha un fascino irresistibile, ne fotografa tantissimi in ogni suo viaggio, considerandoli monumenti. Per lei la Giurisprudenza è sempre stata pura passione, ma anche un salto nel buio. E come succede, per tutte le passioni, alla fine portano al meritato traguardo, come nel suo caso. Gelsomina, nonostante tutto quello che fa per tutelare i diritti delle donne e combattere la violenza nei loro confronti, non si ritiene una donna speciale. La Grassi invece l’ha scelta perché la considera tale. Anzi, si definisce una donna che combatte per superare le difficoltà e che commette errori come tutti gli altri. Gelsomina Fiorenza si sente, inoltre, di dare dei consigli a tutte le donne. Suggerimenti che rappresentano il perno per una vita femminile migliore e dignitosa. Si tratta dell’istruzione e della consapevolezza dei propri diritti; l’obbligo di rivolgersi alla giustizia per la denuncia di una violenza; le donne non hanno bisogno di un uomo per definirsi tali; devono circondarsi di persone che credono in loro incoraggiandole a perseguire i loro obiettivi.
Tornando al mondo della moda e delle borse, Gelsomina risponde che vorrebbe essere nei panni di una borsa versatile che si adatta alle esigenze e alle situazioni. Dentro la sua borsa metterebbe, infatti, il coraggio per affrontare qualsiasi cosa, la serena autoaccettazione che alcune cose non possono cambiare e la fiducia in se stessa. Una preziosa borsetta da cui attingere ognuna di queste cose qualora le perdesse. Alla domanda della Grassi sull’essere una donna, la Fiorenza risponde che essere donna non è sempre semplice. A molte donne sarà capitato spesso di ammettere di voler rinascere uomo. Anche lei stessa lo ha sognato, perché fin da bambina ha sempre considerato che essere maschi fosse più facile consentendo maggiori libertà. Amava giochi e passatempi maschili, spesso le persone additano o giudicano le donne che prediligono certi hobby, giochi o passatempi come omosessuali. Invece nel caso di Gelsomina non è affatto così, per questo spesso si fa di tutta l’erba un fascio. Gelsomina afferma anche di essere fiera di essere donna. Infine, quando Francesca le chiede quale sia il suo mese del cuore, Gelsomina risponde “marzo”, ma la Grassi la abbina a novembre. La donna le ricorda i profumi casalinghi, il calore del focolare domestico. Gelsomina si è sottoposta con piacere all’intervista, quasi una sorta di autoriflessione su alcune sfaccettature della sua vita.
Francesca Ghiribelli