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Intervista Rosemy Conoscenti

TITOLO DELL’OPERA: INTRIGO NEL BORGO.

OLTRE A SCRIVERE CONSA FAI NELLA VITA?

Attualmente sono per così dire in pensione. In gioventù ho insegnato Storia delle religioni alla scuole medie. Ho tirato su tre figli di cui due gemelli e ho prestato la mia opera di volontariato presso l’istituto privato Silvio Pellico del mio paese. Una volta cresciuti i figli, mi sono dedicata anima e corpo alle mie passioni: la scrittura e il canto lirico.

COME NASCONO LE TUE STORIE?

Da dentro, nel senso che gran parte della mia produzione letteraria nasce proprio da situazioni, emozioni e viaggi che ho provato e fatto nel corso della mia vita. Un evento, una nuova esperienza di viaggio, i ricordi della mia infanzia, per inciso, felice ed appagante, le feste e le tradizioni della mia terra messe a confronto con quelle di altre culture, di altri popoli… Insomma, le mie storie nascono dalla vita e si nutrono di essa.

COME NASCE IL TUO LIBRO? HAI PRESO SPUNTO DA QUALCOSA?

Questo mio primo racconto giallo nasce in quel di Termoli, affascinante cittadina molisana affacciata sul mare, grazie ad una mia cara ed assidua lettrice tra l’altro mia compaesana amante della letteratura gialla. Nel corso di una telefonata mi aveva lanciato una specie di sfida: “Sai che amo i gialli, vero?”. A questa domanda avevo risposto se in qualche modo mi stesse sfidando. Appena chiuso il telefono mi misi al lavoro e in meno di due mesi il racconto era ultimato. Così come scrivo nell’introduzione lascio ai lettori l’ardua sentenza. Per ora sembra che l’esperimento mi sia riuscito.

STILI UNA SCALETTA PRIMA DI INIZIARE A SCRIVERE O SEGUI L’ISPIRAZIONE?

Di solito seguo l’ispirazione. Nel caso di quest’ultimo lavoro “Intrigo nel borgo” ho quasi dovuto stillare una specie di scaletta considerando che è la prima volta che mi cimento in una storia di morti ammazzati, moventi e colpevoli, indagini condotte dai carabinieri e dalla scientifica. Dovevo avere ben chiaro lo svolgersi e l’alternarsi degli eventi in modo da dare chiarezza e fluidità ai capitoli senza appesantirli e soprattutto senza commettere errori.

DI COSA TRATTA IL LIBRO CHE HA PUBBLICATO CON ATILE EDIZIONI?

Come già accennato prima è un “carabinieresco”, mi si passi il termine, all’italiana dove eventi delittuosi si intrecciano e si alternano a scene di vita quotidiana. Quindi non solo l’aspetto “giallo” della vicenda viene raccontato, ma anche ciò che di umano e quotidiano convive nei personaggi. Così, il capitano dei Carabinieri è ufficiale  ma anche e soprattutto uomo, il vice procuratore è persona ligia al  dovere ma anche e soprattutto donna con le molteplici sfaccettature che questo comporta e anche tutte le altre figure del racconto nonostante il ruolo ricoperto all’interno della storia vivono la loro vita di tutti i giorni . Mi premeva dare risalto a ciò che in fondo è la vita: un alternarsi di lavoro e riposo, doveri e piaceri, amore e rabbia, passioni e risentimenti. Il tutto incorniciato nella splendida Termoli, il mio luogo dell’anima.

OLTRE ALLO SCRIVERE TI DEDICHI AD ALTRE ARTI?

Ultimamente ho un po’ tralasciato quella che è la mia “seconda” arte, il canto lirico. Sono un’appassionata dell’opera e del bel canto. Ho studiato da privatista come mezzo soprano e ho partecipato a numerosi concerti sia come solista che come corista. Il canto così come la scrittura è un’ arte che ti permette di liberare e di regalare a chi ascolta o legge, le tue più intime emozioni e le tue passioni. Sentire gli applausi e i “brava” alla fine di una esibizione, così come ricevere mail e telefonate di lettori entusiasti delle tue opere, è appagante e ti da la giusta carica per andare avanti, per non scoraggiarti specie in quei momenti in cui ti senti persa perché la vita ti mette di fronte a degli ostacoli.

ESITE UN LIBRO CHE HA AVUTO GRANDE INFLUENZA NELLA TUA VITA?

Non solo un libro! “Il vecchio e il mare ” di Hemingway, i “Dubliners” di James Joyce per quanto riguarda la letteratura straniera. Tutt’oggi, per quanto riguarda l’Italia, gli autori che prediligo sono il Verga e il Manzoni. Vedi per quanto concerne il “Vecchio e il mare”, al di là della bellezza delle descrizioni, che io adoro, c’è l’eterna ed impari lotta dell’uomo contro le avversità del destino, la fatica del vivere e la caparbietà di chi, conscio dei suoi liniti, vuole tuttavia arrivare ad attuare i suoi sogni, le proprie aspettative.

Nei “Dubliners” il racconto di “Eveline” ha ispirato la figura di Angel, la protagonista del mio quarto libro anche se, in verità, la mia Angel è una Eveline al contrario. “I Malavoglia” di Verga sono stati d’ispirazione per la mia tesina d’esame di maturità al Liceo classico e per quanto riguarda “I promessi sposi”, beh, li ho amati da subito e credo di averli letti almeno dieci volte.

QUALI SONO LE INFLUENZE RECIPROCHE TRA LETTERATURA E VITA?

Sono molte, davvero! Considera che i miei primi tre romanzi prendono spunto e parlano proprio della vita, la mia. Eh, sì, la letteratura ha influenza sulla nostra quotidianità. In tante storie ci si può riconoscere e altre possono addirittura influire sulle nostre scelte. Forse è proprio per questo che a me piace scrivere di cose belle e trasformare ciò che di meno bello accade inevitabilmente nel corso degli anni e della storia dell’umanità, in un incentivo a sperare, a credere, a lottare perché la vita è meravigliosa nonostante il dolore, nonostante la fatica e le delusioni. La vita è un dono inestimabile e gratuito quindi, le paure, le incertezze, mai dovrebbero contaminare l’aspettativa di un domani migliore, perché per dirlo alla Rossella O’Hara, “Domani è un altro giorno” e non vedo perché non dovrebbe essere migliore.

CI RACCONTI IL TUO RAPPORTO CON LA SCRITTURA E COME è CAMBIATO NEL TEMPO? COSA RIMANE E COSA HAI PERDUTO, COSA HAI GUADAGNATO?

Io scrivo da sempre. Alle elementari i miei temi venivano letti a tutta la classe dall’insegnante. I miei compagni mi battevano le mani e mi sorridevano. Erano altri tempi! Io non mi sentivo protagonista e loro non si sentivano “inferiori” anzi godevano dei miei racconti e io godevo della loro gioia. Questo aspetto nel tempo non è mutato. I miei lettori sono entusiasti di ciò che scrivo e di come lo scrivo e sono proprio i loro sinceri complimenti, i loro “continua così”, “a quando il prossimo libro?” che mi danno la forza, la volontà e la tenacia di proseguire in questa mia avventura di scrittrice. Molto mi è rimasto. Pensa che il mio romanzo Angel ed il suo seguito 1953;quarant’anni dopo, hanno visto  luce quando frequentavo le medie ispirati dai racconti del mio papà navigante.

Quei fogli ingialliti e scritti con una vecchia Olivetti hanno riposato per decenni in una valigetta di plastica. Poi durante il primo lock down sono rispuntati fuori e, grazie anche allo sprone di mio marito, sono rinati sfociando in ben due romanzi dallo sfondo storico nei quali la vita della protagonista attraversa guerre e desolazioni, speranze e delusioni, amori veri e fittizi. Fortunatamente non ho perso nulla di questo mio intimo rapporto con la scrittura. Sicuramente sono maturata e ho perfezionato lo stile e soprattutto ora mi si legge e non è poco. Un cantante canta per essere applaudito, un pittore dipinge per essere ammirato e uno scrittore scrive perché altri lo leggano e leggendolo ne traggano gusto e piacere.

PROGETTI LETTERARI FUTUR, SOGNI, IDEE DA ATTUARE PER LA TUA VITA?

Ho in cantiere altri due racconti gialli con la stessa ambientazione di Intrigo nel borgo, un romanzo che si ispira allo sviscerato amore della mia carissima amica Rita per la terra che le ha dato i natali, la Sardegna e un altro romanzo ispirato alla mia vita giovanile dal titolo “Ho avuto anch’io quindici anni”. Per rispondere riguardo ai sogni, al fine di non cadere nella modalità “Miss Italia” secondo la quale unico vero sogno di queste aspiranti reginette è di portare la pace nel mondo, mi limiterò a parlare di un sogno forse banale ma più concreto, quello di allargare la cerchia a dire il vero già nutrita dei miei lettori e quello di essere conosciuta più a fondo, magari proprio attraverso interviste come questa, non solo come scrittrice ma come donna, sperando che in questo mio ultimo tratto di cammino mi sia di supporto la salute fisica e mentale.