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Intervista Cinzia Perrone

TITOLO DELL’OPERA: L’UOMO CHE PARLAVA ALL’UNIVERSO.

DA DOVE NASCE LA TUA ISPIRAZIONE?

Un bravo scrittore deve avere sempre uno sguardo attento sul mondo e su tutto ciò che lo circonda. L’ispirazione può saltar fuori da qualsiasi cosa o qualsiasi evento; oltre gli occhi, bisogna tener aperte bene anche le orecchie: anche un semplice dialogo tra due amici al bar può essere fonte di ispirazione, se non altro può aiutarci a sviluppare un certo tipo di conversazione all’interno di una storia. Come avrai intuito mi ispirò alla realtà, condendola talvolta di dettagli romanzati o fantasiosi, ma che possano apparire sempre verosimili, anche nelle situazioni più paradossali, come avviene nel mio nuovo romanzo pubblicato con l’ATILE edizioni.

COM’È NATO IL TUO LIBRO? HAI PRESO SPUNTO DA QUALCOSA?

Volevo scrivere di qualcosa di reale ma che apparisse a un primo sguardo surreale. La mia intenzione era scrivere un romanzo poliedrico, che potesse essere una contaminazione di diversi generi. Questo progetto pian piano l’ho portato avanti, senza fretta e con una precisione quasi chirurgica. e più vado avanti, La cosa mi ha entusiasmata e divertita. Appassionarsi mentre si scrive una storia è quanto di meglio si può chiedere, ti auguri che lo stesso effetto pervada il lettore mentre scorre il tuo libro. È venuto fuori qualcosa di misterioso, di fantastico, di paranormale, con un tocco anche un po’ romantico ed erotico, a tratti sarcastico. Direi che ho messo tanta carne al fuoco, come si suol dire.

STILI UNA SCALETTA PRIMA DI INIZIARE A SCRIVERE O SEGUI L’ISPIRAZIONE?

Potrei risponderti che faccio entrambe le cose, perché l’ispirazione è importante, ma programmare perlomeno una minima ossatura della storia è quasi indispensabile: delineare i personaggi, stabilire il conflitto e l’obiettivo del protagonista, stabilire le coordinate di spazio e tempo della storia. Questi sono solo alcuni degli elementi primari che uno scrittore deve avere davanti quando scrive una storia, poi in corso d’opera alcune cose potrebbero anche modificarsi, e qui scatta l’estro creativo, che comunque ha bisogno di seguire una certa metodologia.

QUANTO CONTANO LE TUE RADICI IN QUELLO CHE SCRIVI?

Tantissimo, penso che un autore sia molto più autentico, se scrive di qualcosa che conosce veramente bene e cosa c’è di meglio delle proprie radici, come conoscenza primordiale. Poi le mie radici per me rappresentano molto di più che una terra di provenienza; per me essere napoletana, è uno stato mentale, una filosofia. Noi partenopei abbiamo un retaggio culturale talmente ampio, ricco di culture e personalità diverse, che se volessimo parlare solo di questo non basterebbero centinaia di volumi. Per cui, come faccio a non ispirarmi anche minimamente a questi lasciti? Ti basti sapere che scrivo anche poesie, ma il meglio riesco a darlo quando mi esprimo nella mia lingua madre: il dialetto.

UNO SCRITTORE PUÒ IMPARARE LO STILE?

Il talento magari è qualcosa di innato, che pochi possono dire di avere, e quello ho ce l’hai o no; ma un certo allenamento, tanto studio e letture, un enorme impegno e applicazione possono dare buoni risultati nella ricerca dello stile, che probabilmente è già dentro di te, devi solo trovare gli strumenti per affinarlo e tirarlo fuori.

COSA VUOI COMUNICARE CON IL TUO LBRO?

Prima di tutto il mio romanzo è una bella e intrigante storia, di per sé godibile; poi durante essa, il protagonista, che rappresenta un po’ l’alter ego dello scrittore, ne lancia tanti di messaggi di vita, facendo lunghe riflessioni e lasciandosi andare a pensieri profondi. Si può dire che nel romanzo ci sono dei veri e propri flussi di coscienza del protagonista-narratore. Poi il romanzo ha un significato superiore che sta al lettore cogliere e fare suo, è il mistero nel mistero della storia potremmo dire.

QUALI SONO PER TE LE INFLUENZE RECIPROCHE FRA LETTERATURA E VITA?

L’una è nell’altra e influenzata dall’altra. Hanno un rapporto strettissimo fatto di condizionamenti reciproci.  La letteratura come la vita è continuamente in relazione con l’uomo e con la realtà che ci circonda, il mondo, la società. Anche se talvolta la letteratura opera come fonte di diletto, non rinuncia mai a essere uno strumento di espressione della persona e di conoscenza di sé stessi e del mondo; in questo è ravvisabile quel legame, quella connessione con la vita, che le rende interdipendenti.

PROGETTI LETTERARI FUTURI, SOGNI, IDEE DA ATTUARE PER LA TUA VITA?

Per la vita mi sembra una domanda troppo difficile a cui rispondere, letterari invece, di progetti ne ho molti. Vorrei tanto scrivere un romanzo storico, è una mia ambizione, magari ambientato nella mia Napoli; mi piace mettermi in gioco anche sperimentando nuovi generi, cosa che ho fatto un po’ con quest’ultimo romanzo, prima non avevo mai scritto niente di surreale o paranormale. Poi se i lettori apprezzeranno questo mio ultimo lavoro, come spero, ci sono ampi margini per un secondo episodio ancora più coinvolgente e misterioso, che riuscirebbe a stupire tutti con colpi di scena, ancora più inaspettati di quelli presenti in questo. Il progetto è già nero su bianco, ci devo solo lavorare.

UNA CITAZIONE CHE RAPPRESENTI IL TUO RAPPORTO CON LA SCRITTURA.

C’è una citazione di uno scrittore napoletano, scomparso qualche anno fa che mi intriga moltissimo:

“La mia giornata è una continua perdita di tempo in cui cerco di includere qualcosa di creativo. Ma questo qualcosa di creativo che io includo nella perdita di tempo non sarebbe possibile se non perdessi tempo” – Raffaele La Capria.

La trovo molto schietta, vera, non una di quelle citazioni altisonanti e ambiziose; la scrittura è così, spontanea e naturale, fa parte della nostra quotidianità, regalandoci quel guizzo creativo anche tra le cose più o meno ordinarie della vita di tutti i giorni.