TITOLO DELL’OPERA: LIUTGARDA
- OLTRE A SCRIVERE, COSA FAI NELLA VITA?
Ho sempre avuto un forte interesse per varie espressioni artistiche: letteratura, cinema, teatro, musica. Ho coordinato e diretto strutture cinematografiche e teatrali a Perugia ed Assisi, e ho avuto occasione di incontrare attori e personaggi dello spettacolo. Sono poi diventata giornalista e ho collaborato per alcuni anni con la redazione umbra de “Il Messaggero”, realizzando la mia aspirazione di esprimermi con la scrittura.
- DA DOVE NASCE LA TUA ISPIRAZIONE?
Ho sempre avuto, fin da piccola, fantasia. Nei giochi inventavo storie sempre diverse e mi immedesimavo in esse. Crescendo, alla fantasia si è aggiunto l’interesse per le vicende del mondo e per i suoi protagonisti, fossero essi personaggi di cronaca o conoscenze personali. Ascoltare, conoscere, comprendere, capire mi ha portato a desiderare di costruire dei racconti.
- COME NASCONO LE TUE STORIE?
Nel mio primo libro, il “Secretaire della Badessa,” parlo di un personaggio vissuto tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento, l’ispirazione è nata da alcune similitudini che ho trovato tra me e il personaggio che racconto, e di un oggetto che le era appartenuto: il secretaire. La protagonista, realmente esistita, ha il mio stesso nome, ha vissuto, negli anni della sua monacazione, a Bettona, in Umbria dove anche io ho trascorso parecchi anni della mia vita. L’ho sentita vicina e ho cercato di immaginare cosa pensasse e sentisse.
- COM’È NATO QUESTO LIBRO? HAI PRESO SPUNTO DA QUALCOSA?
“Liutgarda,” l’attuale romanzo che ho da poco pubblicato con Atile, nasce dall’idea di raccontare gli eventi che hanno portato all’Unità d’Italia attraverso gli occhi di una ragazza e della sua famiglia. La storia è un altro mio profondo interesse. Mi piaceva l’idea di narrare i fatti visti e vissuti dall’interno e nel loro svolgimento, renderli più reali e coinvolgenti. Cosa che mi sembra un obbiettivo del romanzo storico: far conoscere gli eventi attraverso i protagonisti.
- STILI UNA SCALETTA PRIMA DI INIZIARE A SCRIVERE O SEGUI L’ISPIRAZIONE?
Prima invento una trama, poi l’ambiento nel contesto storico che mi interessa. Per farlo leggo e mi documento, prendo note che mi serviranno come coordinate temporali e spaziali. Poi sviluppo la storia, costruisco i personaggi e cerco di rendere il tutto più interessante e vivace con dei “colpi di scena”. È importante però che tutto sia credibile, per questo immagino come si viveva in quel periodo, mi calo in quella realtà e la descrivo.
- VIENI DA UNA FAMIGLIA DI SCRITTORI?
No, ma da una famiglia che mi ha insegnato ad amare la lettura e i libri. Leggere mi è sempre piaciuto molto, forse anche per il mio carattere da sognatrice. Vivere attraverso le storie che leggevo vite diverse, immedesimandomi nei protagonisti. Ed imparare, aprire la mente.
- QUANTO CONTANO LE TUE RADICI IN QUELLO CHE SCRIVI?
Sicuramente ci sono un po’ delle mie radici in quello che scrivo, credo che le radici siano importanti per tutti. Se non sai da dove vieni è più difficile sapere dove vuoi andare. E poi mi sono sempre piaciute le storie, quelle che sentivo raccontare dai miei nonni, dai miei genitori e dalle persone che ho conosciuto nella mia vita, si possono imparare tante cose dagli altri.
- UNO SCRITTORE PUÒ IMPARARE LO STILE?
È un problema che, francamente, non mi sono mai posta. Credo che quando si scrive ognuno abbia il suo modo di comunicare. Probabilmente il mio è stato influenzato dalle letture e dal lavoro di giornalista che ho svolto per alcuni anni, certamente sono maturata ma credo di aver avuto un mio stile fin dai tempi del Liceo.
- COSA VUOI COMUNICARE CON IL TUO LIBRO?
Il piacere di condividere i miei interessi con chi non conosco, ma che ha, forse, una sensibilità simile alla mia. Il gusto di dare forma ai pensieri, alle idee, inventando trame e sorprese per rendere le mie storie più appassionanti e coinvolgenti. La possibilità di proporre al lettore scenari variegati nel tempo e nello spazio; suscitare, se non interesse, almeno curiosità nei confronti di un certo periodo e invogliare a rileggere certe pagine della nostra storia, con una curiosità e un coinvolgimento nuovo. Oggi a molti lo studio della storia sembra superfluo ma nella storia si trovano ancora molti spunti di riflessione che ci fanno capire molte del passato ma anche tanto del presente, tutto è collegato.
- DI COSA TRATTA IL LIBRO CHE HAI PUBBLICATO CON ATILE EDIZIONI?
Il libro racconta la storia di Liutgarda e della sua famiglia, la famiglia Nardi, il contesto in cui si snodano le loro vicende è quello che porterà all’Unità d’Italia. Alle appassionanti dinamiche della famiglia affianco precisi riferimenti storici per permettere al lettore di calarsi completamente in quella realtà, seguendo gli avvenimenti del paese che si fondono con quelli della famiglia Nardi. È un romanzo storico ma anche un’analisi degli animi umani da quelli più innocenti ed idealisti a quelli più avidi di potere, in un contesto che tratta la nostra storia che forse non conosciamo abbastanza, anche se ci ha portato ad essere quello che siamo oggi come Italia e come italiani.
- PROGETTI LETTERARI FUTURI, SOGNI, IDEE DA ATTUARE PER LA TUA VITA?
Si, continuare a scrivere, un sogno che ho avuto da sempre, che ho realizzato e che voglio portare avanti. Ora sto lavorando ad un nuovo romanzo, un altro progetto che ho in mente da tempo, molto complesso ma anche tanto stimolante. Tre donne, appartenenti alla stessa famiglia ma vissute in epoche diverse: tre donne che non avranno mai modo di conoscersi ma legate da qualcosa di più forte del tempo e dello spazio.