di Francesca Ghiribelli
Che cos’è quella finestra aperta sul mondo che sorride di sole anche quando scende il buio?
È la voce invisibile di quel qualcuno che dipinge anche l’oscurità con ogni colore: c’è il rosa per la bellezza, l’azzurro per la misericordia, il giallo della tolleranza, il bianco della purezza e il verde della speranza per un’alba di una nuova stanza.
Lo Spirito del Signore è sceso sulle nostre anime per perdonarci di averlo crocifisso a causa di un peccato mai realizzato. Il dolore di quell’uomo ha fatto sgorgare lacrime dal mondo, c’è chi ne ha fatto tesoro scegliendo di rimediare o togliere un po’ di quel sale da quelle lacrime così amare, mentre altri da orribili errori e dalle peggiori azioni si fanno ancora tentare.
Non è servito l’amore di quell’uomo a renderci degni della vita, perché c’è chi la vita la accartoccia come un foglio bianco ancora tutto da scrivere insieme alle centinaia meraviglie del mondo.
C’è chi toglie all’altro il respiro di un’esistenza solo dedita all’amore e alla riconoscenza, la spezza con un taglio netto in nome dell’odio e del disprezzo. Ma cosa ci ha insegnato quell’uomo sulla croce che da Dio è nato? Aiutare il prossimo sempre e comunque, perdonare chi investito dal demonio ha fatto del male, ma noi in fondo che abbiamo fatto per amare così tanto questo mondo che solo colui che abbiamo sacrificato ci ha dato?
È così meraviglioso poter abbracciare una persona e coltivare il nostro cuore come se fosse una terra da rendere sempre migliore, ma purtroppo tutto questo astio e rancore ci porterà alla distruzione dell’unico sentimento che regge ancora questo universo.
Perché non colorare del dolce color pastello di un uovo di cioccolato l’alba di una giornata appena arrivata? Può sembrare semplice dirlo con una penna, ma se ci guardassimo dentro e sapessimo veramente amare per quello che siamo e non per quello con cui dovremmo apparire allora esisterebbe sempre una carezza a pieno viso, una piccola caramella racchiusa in una mano da offrire a chi soffre e a chi vive lontano. Sarebbe tutto più magico e leggero vedere con gli occhi di un mondo più vero e chissà che anche la Santa Pasqua non divenga molto più sacra e sincera con la misericordia di quella mano che sembra straniera, ma che da lassù ci veglia mattina e sera.
È una morbida coltre che ravviva la preghiera di vivere la gloria di questo giorno con speranza e capire che c’è bisogno di tolleranza e che di essa nessuno ne avrà mai abbastanza.
È gioioso alzare gli occhi pieni di tristezza, farli volare sulle ali di una colomba e dipingerli di purezza quando fa ancora capolino un piccolo rametto d’ulivo che augura a tutti senza distinzione una pace solenne in nome dell’amore di chi ancora di fronte alla totale indifferenza sa ciò che vuole.
Il Signore ci ha offerto ulivo benedetto senza giudicare chi lo meriti veramente, perché di fronte a lui: «Gli ultimi saranno i primi e i primi saranno gli ultimi».
Nessuno è perfetto, ma agli occhi di Colui che ci ha dato la vita siamo tutti uguali e la Pasqua è la luce di chi soffre.
Francesca Ghiribelli