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Recensione – Sinestesie di Giuseppina De Marco

Un viaggio poetico tra emozione e percezione

La poesia è il linguaggio dell’anima, e in Sinestesie, Giuseppina De Marco ci regala una raccolta che attraversa il sentire umano con una potenza espressiva capace di toccare corde profonde. Il titolo stesso suggerisce la chiave di lettura di questa raccolta: la sinestesia, figura retorica che accosta sensazioni diverse tra loro, diventa il filo conduttore di un percorso lirico che mescola immagini, suoni, colori e percezioni in una dimensione quasi onirica.

La raccolta si articola come un mosaico di istanti, un’alternanza di riflessioni esistenziali, paesaggi interiori e suggestioni simboliche. Ogni componimento è un frammento di vita, un pensiero sussurrato o gridato, che si muove tra il reale e il metafisico, tra il dolore e la speranza. La poesia di De Marco è intensa e vibrante, a tratti oscura e gotica, altre volte luminosa e carica di speranza, in un continuo gioco di opposti che rispecchia l’essenza stessa dell’esistenza.

La forza evocativa della parola

Dai versi emerge una sensibilità spiccata nel cogliere la fugacità del tempo e l’inesorabile scorrere degli eventi. In poesie come Il tempo e Frantumi di nuvole, il tema dell’attesa e della perdita si intreccia con una visione poetica che rende tangibile l’impalpabile. Il lettore viene trasportato in un universo in cui il dolore diventa catarsi, il silenzio parla e la natura assume un ruolo centrale nel riflettere i moti dell’anima.

I componimenti esplorano diversi stati d’animo, dalla malinconia profonda di Novembre e Silenzio alla rabbia e alla ribellione di Gli occhi della rabbia. L’autrice riesce a dare voce alle inquietudini interiori con un linguaggio potente e incisivo, alternando immagini delicate e sognanti a metafore più crude e dirette.

Poesia come esorcizzazione del vissuto

Uno degli aspetti più affascinanti della raccolta è il suo valore introspettivo. La poesia, per De Marco, diventa uno strumento di indagine interiore, un mezzo per affrontare e trasformare il dolore, come si evince dalla sua Giustificazione poetica, un manifesto in versi che apre la raccolta. L’autrice non scrive per cambiare il mondo, ma per cambiare i cuori, per dare voce a quel graffio dell’anima che spesso rimane inespresso.

C’è una continua tensione tra il desiderio di evasione e la consapevolezza della realtà, un oscillare tra sogno e disillusione che caratterizza molti componimenti, in particolare Il destino dei sogni e Noi. Questi testi si fanno portavoce di una riflessione più ampia sulla vita, sull’amore e sulla perdita, temi universali trattati con una sensibilità capace di coinvolgere profondamente il lettore.

Conclusioni

Sinestesie è una raccolta che lascia il segno. Giuseppina De Marco dimostra un grande talento poetico, con una scrittura che affascina per la sua capacità di fondere immagini, emozioni e pensieri in versi di straordinaria bellezza. La sua poesia è evocativa e potente, capace di trasportare il lettore in una dimensione di pura emozione.

Questa raccolta non è solo un viaggio poetico, ma un’esperienza sensoriale e sentimentale, un invito a fermarsi e ascoltare le voci dell’anima. Un libro consigliato a chi ama la poesia autentica, quella che non si limita a descrivere, ma che tocca e trasforma, portandoci oltre la superficie delle cose, in quel luogo indefinito dove la parola diventa pura sinestesia.

Voto: 5/5