La bellezza delle storie spesso si nasconde nei piccoli dettagli, nei gesti quotidiani e nelle emozioni che si intrecciano con le vicende umane. Nonno per finta di Domenico Carbut è uno di quei romanzi capaci di toccare il cuore attraverso la semplicità e la profondità delle sue narrazioni.
Protagonista indiscusso è Aldo, un uomo vicino ai settant’anni che si muove con garbo e ironia in un mondo che sembra spesso volerlo lasciare ai margini. Attraverso il suo sguardo, il lettore scopre un universo di solitudine, ma anche di speranza, legami sinceri e il desiderio inesausto di sentirsi utile. Bari, con il suo mare, i mercatini del pesce e i giardinetti affollati, diventa un personaggio silenzioso, un luogo che riflette le sfumature della vita di Aldo.
L’incontro con Chiara, una ragazzina di quattordici anni vittima di bullismo, rappresenta il cuore pulsante della storia. In lei, Aldo rivede qualcosa della sua nipote lontana, ma soprattutto riconosce la fragilità e il bisogno di protezione. Tra loro nasce un’amicizia tenera e autentica, un rapporto che abbatte barriere generazionali e sociali. L’uomo, con la sua saggezza e ironia, diventa un rifugio per Chiara, mentre lei gli restituisce quel senso di famiglia e appartenenza che gli manca.
Carbut scrive con un linguaggio diretto e avvolgente, dipingendo scene di vita quotidiana con una vivacità che coinvolge il lettore. La sua capacità di alternare momenti di leggerezza e di riflessione rende la narrazione particolarmente intensa. Ci si ritrova a sorridere per le battute argute di Aldo e a commuoversi per le sue silenziose battaglie interiori.
Nonno per finta non è solo una storia di amicizia e riscatto, ma anche un inno alla resilienza e al potere trasformativo delle relazioni umane. È un romanzo che invita a guardare oltre le apparenze, a cercare connessioni autentiche e a non smettere mai di credere che ogni incontro possa portare qualcosa di straordinario nella nostra vita.
Aurora Galli