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Prefazione di Idem… per sempre

Prefazione a cura di Daniela Cerri

Una domanda di getto: saresti disposta a scrivere la prefazione?
Così esordisce Mariaelena Agazzi, nell’ultima mail che ci scambiamo riguardo i capitoli finali di “Idem per sempre”, che mi ha spedito, come di consueto, perché io possa rassicurarla che tutto fili
perfettamente.
Ma che ti viene in mente: non ho alcun titolo per fare una prefazione! replico immediatamente… Eppure, dopo un attimo questa richiesta non mi sembra più così fuori luogo. Perché non io? Io che sono stata decisamente complice e dietro le quinte, responsabile del bellissimo romanzo scritto da Mariaelena, alias mia cugina. Esatto, cugina con cui ho vissuto momenti fondamentali della mia infanzia e della mia crescita, con cui ho condiviso una nicchia familiare straordinaria, con cui ho messo radici… ma infine
si diventa adulti, i confini spaziano e spesso i percorsi si allontanano.
Ma proprio la scrittura e la lettura ci sono venute incontro. È stato infatti proprio grazie alla pubblicazione dei suoi primi racconti autobiografici, che abbiamo recuperato e rafforzato un rapporto familiare imprescindibile, necessario.
Perché hanno ridefinito una cornice affettiva nella quale mi sono immersa e riconosciuta. Perché mi sono ritrovata a casa. Perché Mariaelena ha una capacità incredibile di saper raccontare e arrivare dritta al cuore del lettore, lo ammalia con la sua scrittura semplice, ma allo stesso tempo sempre ricca di riflessioni, quelle che danno forma ai nostri pensieri più intimi, quelli a cui si tiene di più, però che non sempre si riescono a chiarire e descrivere con precisione. E leggerla è sempre una scoperta incredibile, soggettiva.
E se un romanzo può essere definito “di finzione”, eccoci allora al suo primo “romanzo di fiction”. Idem per sempre ora è pronto. Era luglio di due anni fa, quando mi fece leggere la bozza del primo capitolo del libro, del quale avevamo condiviso a grandi linee, l’intreccio. Eravamo a Roma, in un bar, e poco dopo in una galleria ci sarebbe stata la presentazione di un altro suo libro, La strada, un bellissimo racconto intimo. Narrazione di un viaggio, incontri, amicizie, elaborazione di perdite, un percorso di crescita.
Mentre attendavamo l’orario della presentazione, in quel pomeriggio torrido, davanti a un bicchiere di bibita ghiacciata, dal suo cellulare, ho divorato le prime pagine del suo nuovo romanzo.
Era perfetto. La fluidità narrativa, l’ambientazione ricca di dettagli, che subito sollecitava l’immaginazione e la fantasia, l’incontro coi suoi personaggi semplici, familiari ma unici, l’incalzare della scrittura, l’aspettativa e il desiderio lasciatomi alla fine di quel capitolo.
Caspita era proprio perfetto. Aveva fatto il triplo salto mortale. Dalla dimensione privata a una narrativa di fantasia e d’invenzione che portava, con grande abilità, il lettore ovunque lei volesse.
E in quel pomeriggio di luglio di quella calda estate romana, ci siamo ritrovate commosse ed emozionate per la nuova avventura che lei stava per intraprendere e che io ero pronta a sostenere e incoraggiare.
E dopo due anni, in cui la vita ti costringe ai suoi ritmi, fra momenti di stallo e di accelerazioni, perplessità e certezze, Mariaelena ha chiuso il cerchio, il romanzo è pronto e io, incredula, ne sto scrivendo la prefazione.
Dopo questa premessa concedetemene un’altra. D’altro canto, non sono un’esperta di “prefazioni”, pertanto siate clementi. Adoro il cinema e i romanzi in generale, dei quali sono una lettrice assidua. Gli intrecci, i personaggi con il loro sentire e il loro agire, la cornice culturale e l’ambientazione in cui si districa una storia: sono uno straordinario stimolo alla mia immaginazione e un ponte mutevole e utile per costruire un legame con la moltitudine che c’è nella realtà al di fuori di me. Poco importa se è apparentemente finzione.
Ogni storia inventata è sempre possibile. Ogni storia letta è ancora più credibile. E questo incontro, questo legame immaginifico, questa empatia che si crea, mi accompagna ogni volta in un cammino che mi obbliga a ridefinirmi, a riconoscermi e conoscermi.
E con Idem per sempre è stato da subito un viaggio. Fin dai primi capitoli, mi ha incantata e conquistata portandomi con destrezza nel mondo privato dei due protagonisti, ma facendo al contempo risuonare ricordi, atmosfere, sapori, vissuti.
Dagli anni Ottanta a oggi, Paola, con ardore, e Daniele, con prudenza, ti prendono per mano e ti accompagnano, dalla loro adolescenza e per i successivi quarant’anni, in un percorso di vita, nel quale a tratti ti riconosci, dove vorresti dire la tua, dove il sole, la sabbia, le cabine colorate della riviera romagnola e il sapore dell’estate diventano lo sfondo e la cornice in cui si intrecciano le vicende di quelle vite che in qualche modo ti riguardano, ti sono vicine. Perché autentiche e credibili.
Il racconto si sviluppa scandito, anno dopo anno, attraverso la narrazione in prima persona dei due protagonisti, i quali alternano le loro storie che seguono una traiettoria autonoma, libera, indipendente l’una dall’altra. Eppure vi è sempre uno spazio, un rimando, un cenno impercettibile a un legame inconsapevolmente intimo, esclusivo, desiderato, che rende le due biografie vicine, limitrofe, sul border… e basterebbe un attimo per tendere la mano l’uno all’altra e scivolare nella stessa orbita, ma pur vedendosi, non si riconoscono fino in fondo, non rischiano e quindi sono costretti a sfiorarsi e a lambire con nostalgia ognuno la vita dell’altro.
Elemento centrale della narrazione è il coro familiare che accompagna e definisce le vite di Paola e Daniele. Figure vere, amabili, imperfette. Famiglie complesse più che complicate, mai lineari, a tratti un po’ eccentriche; eppure, in grado di bilanciarsi, di stare, malgrado tutto, in equilibrio e di essere di sostegno e
protezione. Soprattutto famiglie capaci di amare e di prendersi cura.
Ed è grazie a questo sostegno protettivo e a questo amore che Paola e Daniele, su due binari paralleli, sperimentano i primi batticuori, le inquietudini dei quindici anni, discutono coi genitori, litigano con le
sorelle, si innamorano, si trovano e si perdono l’uno nell’altra finché si fanno grandi e la vita si complica, affrontano perdite, compiono scelte difficili, realizzano i loro sogni, si donano rinascite attraverso i loro figli, finché nuovamente il loro destino, ma direi più, la loro stessa vita, li mette di fronte a una scelta definitiva, scelta che il lettore attende fin dalle prime pagine.