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La pozione dell’amore

di Francesca Ghiribelli

Una dolce ed eterea fanciulla chiusa nella sua stanza circondata dai fortificati merli di una torre soffre d’amore per il suo amato, mentre il mondo circostante combatte per un’era buia e sempre più misteriosa come il Medioevo.

Sì, quel periodo storico così oscuro e altrettanto favorevole nell’enunciare tesi o ipotesi varie su scoperte poi ancora rivelate impossibili e quasi folli: fra cui la ricerca della “pietra filosofale” che potesse possedere le doti della trasmutazione e “l’elisir di lunga vita” che potesse scoprire il segreto per un’esistenza molto più lunga o addirittura eterna.

Idee ignote e ancora oggi del tutto improbabili, ma il fatto che quella fanciulla soffrisse d’amore per un uomo che neanche la degnava di un solo sguardo era così ignobile all’epoca e talmente inaccettabile per l’orgoglio femminile che molte dame di corte o principesse ricorrevano a sotterfugi a dir poco assurdi che oggi potremo credere esistenti soltanto nelle favole.

Un tempo però era tutto vero e chissà che anche oggi qualche piccola e nascosta streghetta non si apparti da qualche parte a tramestare i suoi intrugli per far felice il cuore di una persona e magari farne soffrire al contempo un’altra.

Se ci soffermiamo a pensare potrebbe essere un ciclo di vita in cui le usanze possono essere messe da parte, ma in fondo mai dimenticate o magari semplicemente queste cose sono apparentemente stupide e inutili ai nostri occhi che sorridono incapaci di comprendere ciò che ha spinto a tali atti; poi però i ricordi di antiche formule leggendarie spuntano fuori da qualche angolo polveroso del tempo per riproporsi anche oggi a cercare egoisticamente l’onniscienza e la sapienza di poter avere gran parte del potere nelle nostre mani.

Vorremmo avere sempre con noi una specie di certezza nel poter controllare tutto ciò che ci circonda, ma se guardiamo la magia antica e molte altre arti dell’alchimia possiamo renderci conto che ciò che veramente fa muovere i fili della nostra vita è il destino.

Una parola che racchiude fatti improvvisi e a volte neanche desiderati o ciò che ci passa davanti e neanche ce ne accorgiamo, mentre è una vita che aspettiamo per conquistarlo veramente.

Questa è la vera “magia” che nessuno può comandare o redimere, nonostante la grande conoscenza del mondo e siamo come un mare di conchiglie portate a comando sulla riva che possono compiere liberamente le proprie scelte, ma queste ultime saranno sempre in qualche modo mosse dal fascino misterioso e sottile di un destino ancora sconosciuto.

Da sempre quelle fanciulle fino ad arrivare a persone odierne sono andate cercando per mano di fattucchiere o vere streghe le pozioni per un amore eterno fatto solamente delle briciole di quella onnipotenza esaustiva che non potrà mai essere infinita, perché un sentimento non si compra a piacimento.

L’amore non ha bisogno di pozioni o strampalate formule magiche, perché basta conoscere inconsapevolmente il segreto del cuore e della paziente convinzione che nessun uomo o nessuna cosa sono eterni, ma l’unico compito che ci spetta è saper trasformare la vita in un lungo elisir dell’anima.

Una strada più lunga possibile senza chiederci quanto lo sarà, ma cercando di amare colorando i buchi neri della vita con una dorata polvere di stelle: il vero oro del nostro essere mai conquistato da nessuno, ma condiviso soltanto dal bacio che il cielo promette al nostro destino.

È come la caduta di una piuma sopra il cuscino che allieta il sonno nel letto di un bambino, poi il bambino crescerà e un uomo diventerà soltanto quando una piccola goccia nel mare dell’amore finalmente berrà.

Francesca Ghiribelli