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OMAGGIO A MAURIZIO FAGIOLO DELL’ARCO

Mostra evento alla Galleria Russo sede romana

di Martina Paolantoni

Inaugurato oggi giovedì il vernissage Omaggio a Maurizio Fagiolo dell’Arco (1939-2002), geniale protagonista della scena artistica italiana e non solo del dopoguerra, dal 23 giugno e fino 15 luglio 2022  alla prestigiosa Galleria Russo nella sede romana di Via Alibert 20, a cura diLaura Cherubini con la collaborazione di Maria Beatrice Mirri.

A far fede della sua peculiare versatilità e sull’intelligente anticonformismo che guidava il suo pensiero, sul gusto sicuro e raffinato delle sue scelte collezionistiche le opere in esposizione circa quaranta, per lo più provenienti dalla sua eterogenea collezione privata di Maurizio Fagiolo dell’Arco firmate: Carla Accardi, Getulio Alviani, Giacomo Balla, Alighiero Boetti, Corrado Cagli, Duilio Cambellotti, Giuseppe Capogrossi, Giuseppe Chiari, Guido Crepax, Giorgio de Chirico, Lucio Del Pezzo, Jim Dine, Piero Dorazio, Ferruccio Ferrazzi, Tano Festa, Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio, Giorgio Griffa, Mario Mafai, Carlo Maria Mariani, Roberto Melli, Fausto Melotti, Nunzio, Giulio Paolini, Pino Pascali, Fausto Pirandello, Antonietta Raphaël, Man Ray, Antonio Sanfilippo, Giulio Aristide Sartorio, Alberto Savinio, Mario Schifano, Carlo Socrate, Armando Spadini, Francesco Trombadori, Giulio Turcato, Andy Warhol, Alberto Ziveri.

L’esposizione della Galleria Russo ripercorre il suo lavoro: lo studio caratterizzato da linguaggi inesplorati; la critica volta a far emergere artisti all’epoca sottovalutati divenuti poi memorabili; le sue mostre prototipo di tante rassegne attuali per l’impostazione multidisciplinare e l’originalità della scrittura curatoriale.

Chi era veramente Fagiolo dell’Arco? La carriera di Fagiolo dell’Arco inizia nel 1963, con la pubblicazione della tesi di laurea su Domenichino. Nel 1964, scrive per l’Avanti! articoli fondamentali per capire le più interessanti tendenze del contemporaneo commentati da disegni appositamente realizzati dagli artisti sconosciuti emergenti che di lì a poco si trasformeranno nelle star dell’arte del decennio intuendone il grande potenziale:Angelili, Ceroli, Schifano, Pascali e altri sono da subito al centro del suo interesse.

Pur coltivando l’interesse per l’arte barocca, con particolare attenzione a Bernini, alla fine degli anni ’60 inizia a occuparsi delle avanguardie di primo Novecento: Balla e i Futuristi, Francis Picabia, Man Ray divenendo in breve tempo il loro studioso di riferimento.

Ed al Dal 1979 è rapito dal lavoro di Giorgio de Chirico che osserva non solo nella ricerca  Metafisica, ma rivive in modo inedito.

Studiando de Chirico apre il suo sguardo anticipatore all’evoluzione dell’arte italiana tra le due guerre, focalizzandosi soprattutto sull’ambiente romano. I suoi studi e le mostre sulla Scuola Romana e il Realismo Magico hanno consentito al grande pubblico di riscoprire a un pagina dell’arte del ‘900 oggi apprezzatissima dalla scultura alla pittura: solo per citarne alcuni rammentiamo Pericle Fazzini, Francesco Trombadori, Riccardo Francalancia, Guglielmo Janni, Scipione, Alberto Ziveri e Antonio Donghi.

Con le sue innovative ricerche ha rivoluzionato e enormemente arricchito il nostro modo di intendere lo sviluppo della storia dell’arte dal ‘600 agli albori del ‘2000. Cita Laura Cherubini: “Grandissima figura di storico dell’arte, personalità poliedrica, brillante studioso e creatore di indimenticabili mostre. Il campo dei suoi interessi era molto ampio: spaziava dal Barocco ai Pittori dannunziani, dal Futurismo alla Metafisica, dalla Scuola Romana alla Scuola di piazza del Popolo fino agli artisti più contemporanei”.

Corollario della mostra un libro catalogo composto anche da una corposa raccolta di testimonianze di artisti, studiosi, galleristi che si trovarono a vario titolo coinvolti nel trascinante percorso intellettuale di quel pensatore fuori dagli schemi.