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Chi sono le donne che raccontano storie di donne? Sono scrittrici, giornaliste, dirigenti, impiegate, mamme, nonne… in fondo donne comuni che vivono la quotidianità e che, spesso, affidano pensieri e fantasie alla carta e creano donne, talvolta un alter ego di se stesse, talvolta solo una voce del complesso “mondo interiore” femminile, talvolta un sibilo nel caotico movimento di persone affermate o represse, oneste o disoneste, buone o malvagie, arroganti o umili. Tre scrittrici –  Francesca Grassi, Lidia Celano, Maria Di Mauro – ognuna con un proprio vissuto e provenienti da ambienti socio-culturali differenti, ciascuna secondo il proprio stile narrativo – e comunicativo – hanno creato tre donne, protagoniste dei loro romanzi. Tre donne diverse. Eppure, per certi aspetti, simili, fragili e forti allo stesso tempo; che, con le loro personalità, fanno emergere i sentimenti, le emozioni, i desideri di molte donne di oggi.

Lauren, creata dalla scrittrice Francesca Grassi nel suo “Sul gradino di marmo”, è una donna giovane, curiosa, indagatrice, che trova il diario di una famosa scrittrice scomparsa in tragiche circostanze e anche un uomo del quale s’innamora ma non facilmente cede al sentimentalismo. E’ determinata a scoprire il mistero che si cela dietro quel diario e quello che cela l’uomo. Il suo innamoramento ha le caratteristiche di un combattimento interiore in cui deve imparare a superare le dinamiche sentimentali di una storia –  che si evolve in storia d’amore –  non semplice, non facile. Lauren è una donna che al romanticismo antepone la razionalità ma non perde di vista sentimenti ed emozioni.

Sara, creata dalla scrittrice Lidia Celano in “Controluce”, è una donna quasi perfetta, professionista affermata, viaggiatrice. S’innamora di un uomo più giovane di lei ma è determinata a credere più a se stessa che ai sentimenti del giovane. Sara vive le sue esperienze quasi con consapevolezza ma cade nella sua stessa fragilità emotiva, da una parte è rinunciataria di un sentimento profondo e da un’altra intimamente ribelle alla rassegnazione di una perdita importante. Le circostanze della vita le danno un’altra chance e riesce a maturare aspetti di sé che le avevano impedito di vivere la storia d’amore con il giovane uomo. Ritorna così sui suoi passi, superando barriere interiori, e si affida al richiamo dell’amore, romantico e passionale.

Dafne, creata dalla scrittrice Maria Di Mauro in “Il giardino sulla scogliera”, è una ragazza con un futuro lavorativo da costruire; per certi versi fanciulla ma per altri donna ammaliatrice che entra nel mondo dell’amore ora in punta di piedi ora con prepotenza. Proprio per la sua giovane età è una donna impulsiva, talvolta dubbiosa talvolta concreta. Per il suo desiderio –  bisogno –   di realizzarsi nel campo lavorativo esce dalla protezione familiare ed è sola per motivi di studio in una città sconosciuta. Il suo dover vivere sola le insegna a lottare per difendere se stessa e per autodeterminarsi. Torna in famiglia con un peso nel cuore e con la speranza di riconquistare l’unico uomo amato.

Purtroppo Dafne, a differenza di Lauren e di Sara, è una donna destinata ad assaporare per poco tempo la felicità e a vivere all’ombra del destino. E’ personaggio molto realistico, più vicino alla donna della porta accanto rispetto alle altre due.

Lauren, Sara e Dafne: tre donne con personalità diverse ci mostrano approcci e dinamiche differenti nell’ambito dei sentimenti e di quell’amore, che è un amare, alla base del quale non mancano valori antichi –  ma non obsoleti –  che si fondano sul rispetto dell’altro e di se stessi, sul perdono dell’altro e di sé, sulla fiducia, sulla fedeltà (più sentimentale che fisica), sul dare per non pretendere nulla in cambio. L’affettività è emozione e l’emozione è sentimento, il sentimento, per le tre, è l’amore. L’amore è il superamento di ogni barriera mentale e sociale perché l’amore è semplice, è umile, è fatto di sguardi –  carezzevoli e anche passionali – , di abbracci, di moti dell’animo che legano due individui diversi fra loro per temperamento, personalità, carattere, differenze culturali (come nel caso del romanzo “Controluce”).

L’amore è vittoria sulla diversità.

I tre personaggi femminili hanno in comune la sofferenza tipica delle fasi di innamoramento, del sentimentalismo romantico, e la rinascita dai loro momenti bui, senza prospettive. Imparano, durante il corso della loro vita, a rispettare innanzitutto se stesse, a rinunciare o a non tirarsi indietro per evitare di tradire la propria dignità, a districarsi fra le reti subdole dei giochi del destino o da situazioni spiacevoli.

L’amore è un sentimento universale e le tre donne lo vivono impegnandosi con il loro essere più intimo ma anche più esigente di affetto. Sara, rispetto a Lauren e soprattutto a Dafne, è una donna adulta e con maggior esperienza e vive la sofferenza con atteggiamento e comportamento diversi. Eppure le tre donne, a un certo punto della loro vita, masticano in egual modo e misura stati sofferenti e fragilità emotive e giungono a sperimentare giochi sentimentali attraverso i quali maturano il loro essere donna, libera con  e nella propria peculiare femminilità. Lauren, Sara e Dafne hanno avuto il coraggio e la capacità di destreggiarsi in contesti socio-culturali differenti giungendo ad affermare, con padronanza di sé, ciascuna la propria dignità e i propri diritti.

Alla fine sono donne comuni, attuali, che affrontano le varie situazioni e l’amore secondo il loro bagaglio culturale ponendosi protagoniste della loro stessa vita.

Purtroppo oggi non tutte le donne sono protagoniste della propria vita, non tutte le donne godono dei diritti di manifestare e affermare liberamente la propria personalità, non tutte le donne riescono a districarsi da sistemi politici, sociali e religiosi, oppressivi e schiavizzanti.

Se la vita fosse un romanzo tutte le donne sarebbero rispettate e amate ma la vita non è un romanzo né un pezzo di carta. La vita è un’opportunità, che da sola si offre e si offre a chiunque. Ogni persona ha la possibilità di migliorarsi ed educarsi a rispettare i sentimenti, la personalità e la dignità della donna.

Auguri a chi è donna, perché nata di sesso femminile; auguri a chi è donna perché si costruisce donna; auguri a chi è donna perché sente di esserlo nell’anima.